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UNA GITA FUORI PORTA... e OLTRE, - visita alle nostre città -

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Alaperta
icon11  view post Posted on 22/7/2008, 12:57




BORGHI ANTICHI

Poppi
http://www.comune.poppi.ar.it/
Il nome

Il toponimo Poppi sembra si possa far risalire ad una fase della storia linguistica anteriore all'VIII secolo a.C., denominata fase mediterranea comune o tirrenica.

Secondo questa ipotesi, oggi tra le più accreditate, il toponimo deriverebbe da poplo, cioè poggio, colle, rilievo.

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La Storia
- 1169, un contratto stipulato in castro de Puppio in loco Casentino tra due soldati e l'abate di Strumi è il primo documento che ricorda il castello di Poppi.

- 1196, Guido Bevisangue, il primo dei conti Guidi di Poppi, viene nominato dall'imperatore Arrigo VI "conte di tutta la Toscana". Poppi, grazie al progressivo rafforzamento della dinastia dei Guidi, assume il ruolo di capoluogo politico e amministrativo del Casentino, che conserva anche sotto il dominio della Repubblica fiorentina, per la quale molti dei conti Guidi rivestirono cariche politiche e militari.

- 1440, con il tradimento del conte Francesco, che si schiera con le truppe del duca di Milano contro la Repubblica, termina il dominio dei Guidi in Casentino. L'esercito fiorentino pone l'assedio a Poppi e il conte Francesco deve capitolare. I Guidi sono esiliati dal Casentino e Poppi passa sotto il diretto controllo di Firenze.

- 1498-99, Poppi è l'epicentro delle guerre tra Firenze e Venezia.

- 1630, la popolazione è decimata dalla peste.

- 1860, fino all'unità d'Italia, il territorio di Poppi ha continuato a seguire le vicende di Firenze, prima Repubblica, poi Signoria e infine Granducato di Toscana.



Il castello dei conti Guidi, i portici e i palazzetti del borgo

Poppi è posto al centro del Casentino, una valle tra le più belle della Toscana.

Il borgo medievale è una rara città murata alla cui sommità signoreggia il Castello dei Conti Guidi, opera della celebre famiglia di architetti Di Cambio e "prototipo" di Palazzo Vecchio in Firenze.

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Costruito nel XIII sec., è caratterizzato da una facciata a bifore, al centro della quale si stacca un'alta torre, e circondato da mura di cinta con merli guelfi e da un ampio fossato. Grazie a costanti restauri nei corso dei secoli, il castello di Poppi si trova attualmente in eccellenti condizioni di conservazione.

Al suo interno, la Biblioteca Rilliana, ricca di centinaia di manoscritti medievali e di incunaboli.
Altro elemento di assoluto rilievo è la cappella dei Conti con un ciclo di affreschi trecenteschi attribuiti a Taddeo Gaddi, allievo di Giotto.

Scendendo dal castello si incontra la Propositura dei Santi Marco e Lorenzo (sec. XVIII) che ospita opere del Ligozzi e del Morandini.
Davanti a questa, nella piazza principale, è visibile un raro esempio di barocchetto toscano, l'oratorio della Madonna del Morbo (sec. XVII), edificio a pianta esagonale con cupola a squame cinto da un delizioso portico.

Al suo interno una pregevole Madonna con Bambino di Filippino Lippi.

Proseguendo per il borgo maestro fiancheggiato da portici - elemento architettonico raro in Toscana - si giunge alla Badia di S. Fedele (sec. XI), ricca di opere d'arte che risaltano dalle nude pareti in pietra, tra le quali un crocifisso giottesco, la splendida tavola trecentesca della Madonna con Bambino e dipinti di Jacopo Ligozzi, Portelli, Davanzati, Francesco Morandini e Solosmeo.

Infine, il monastero delle Agostiniane (sec. XVI), conserva pregevoli terrecotte robbiane.

La visita può concludersi con una passeggiata lungo la cinta di mura medievali, dalle quali si può ammirare il panorama della campagna toscana.



Il prodotto del borgo

è il celebre "panno lana", originario di Stia ma diffuso in tutto il Casentino, con tessitura artigianale e un punto vendita anche a Poppi.
http://www.tacs.it/
Il panno Casentino, indossato in origine dai monaci e dai montanari, è giunto a noi in una varietà di tinte che privilegia i tradizionali colori arancione e verde.



Il piatto del borgo
Il tortello di patate differisce dal raviolo solo nel ripieno: al posto di spinaci e ricotta, qui c'è l'incomparabile tubero Dop del Casentino.


Edited by Alaperta - 22/7/2008, 14:44
 
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mou
view post Posted on 22/7/2008, 18:59




Ecco che ALA ci porta ancora a spasso per la sua Toscana. Bei posti... Ed anche questa è una bellissima gita da prendere in seria considerazione.
Il tortello di patate, che dici, lo mangiano adesso? ... il panno casentino invece lo terremo per i primi freddi di novembre.
Grazie Ala :wub:
 
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Alaperta
icon12  view post Posted on 26/8/2008, 21:00




Questa volta vi porto in Umbria.

Monte Castello di Vibio clicca qui, dove si trova il Teatro più piccolo del mondo clicca qui, e godetevi questo gioiello.

Sarebbe bellissimo, poter organizzare una gita tutti insieme ... assistere ad uno spettacolo e poi goderci la natura intorno ... i sogni son desideri nascosti in fondo al cuor ...
 
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giuliana54
view post Posted on 27/8/2008, 11:38




carissima Ala..è bello sognare nelle tue gite virtuali..grazie!! :wub:
 
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tinal2
view post Posted on 27/8/2008, 14:59




Cara Ala, il teatro più piccolo del mondo è davvero un gioiellino! Bella cornice anche per sposarsi ( immagino il rito civile ) un matrimonio come interessante rappresentazione della vita... :D
 
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mou
view post Posted on 27/8/2008, 15:39




Che magnificenza! Ma che bello andare in gita con Ala.. grazie.
La galleria delle immagini non mi consente di ingrandirle, capita anche a voi?

Le gite virtuali, a 360°, mi piacciono molto, consentono di avere una visione d'insieme utilissima e gradevole.

:wub:
 
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Alaperta
view post Posted on 27/8/2008, 21:21




Stasera una scappata in Emilia Romagna

DOZZA

Il nome
La più antica notizia documentata del nome Dozza data al 1126: castrum Dutie deriverebbe dal vocabolo latino altomedioevale doccia, ad indicare la presenza nel luogo di un condotto per far confluire l' acqua in una vasca o cisterna a beneficio della popolazione.

Qui l'acqua un tempo era scarsa e l'enfasi sulla sua presenza è rilevata anche nei toponimi della Chiesa di S. Maria Assunta in Piscina e dell'antichissima pieve di S.Lorenzo in Piscirano.

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La Storia
1087, il vicus, abitato in precedenza da popolazioni galliche, poi longobarde e bizantine, e concesso da Carlo Magno alla Chiesa imolese, viene conquistato, cinto da mura e fortificato dai Bolognesi; acquista allora il nome di castrum Ducie.

1412, dopo aspre contese tre le fazioni ghibelline e guelfe, a causa della strategica posizione di controllo sull’antica strada consolare romana, la Via Emilia, Dozza diviene feudo della famiglia Alidosi, e poi dei Riario.

1494, la Rocca è sotto il dominio della “signora delle Romagne”, Caterina Sforza, che la potenzia come strumento militare e la tiene fino al 1499, quando tutti i castelli sotto il dominio di Caterina sono espugnati dalle milizie di Cesare Borgia.

1528, il papa Clemente VII concede il feudo alla nobile famiglia Malvezzi di Bologna. Nel 1564 Dozza è infeudata ai Campeggi (che ottengono il titolo di marchesi da Pio IV) fino all’estinzione dell’ultimo erede maschio nel 1728.

1730, i Malvezzi, grazie a strategici matrimoni, riottengono il Castello con il nome di Malvezzi-Campeggi.

1798, nonostante la dissoluzione dei feudi conseguente all’avvento di Napoleone in Italia la famiglia Malvezzi-Campeggi riesce a mantenere la proprietà della Rocca, rivendicata come residenza privata e come tale abitata fino al 1960, quando il Comune la acquista dagli eredi.

1830, salvo una breve parentesi insurrezionale, Dozza ritorna a far parte del territorio della Chiesa.

1871, con la proclamazione del Regno d’Italia Dozza si costituisce Comune autonomo.

Il gusto dell’arte nella calda atmosfera dei muri dipinti

Dal grifo che si abbevera, raffigurato nello stemma, al nettare dorato dell’Albana coltivata in un paesaggio che sembra quasi toscano: non c’è miglior paradosso per questo borgo adagiato sulle prime colline che dominano la via Emilia, fra Bologna e Imola, e che si apre discreto al visitatore che ne percorre le stradine selciate fino alla Rocca - potente, massiccia, eppure ben armonizzata con il resto dell’abitato, la cui planimetria è a carena di nave.

E in effetti tutto spinge, converge, fluidifica (acqua, vino, persone, cantine e portici che profumano di vino, esalazioni culinarie) verso l’emergenza architettonica che lo sovrasta dall’alto.

La Rocca, punto di convergenza delle due strade che attraversano longitudinalmente il paese, è a pianta esagonale con due torrioni e un perimetro di 530 m.

L’aspetto attuale è il frutto delle trasformazioni in palazzo signorile, completate dai Malvezzi nel 1594.

Varcato il ponte levatoio, ricostruito sul modello dell’antico, l’edificio si apre con un cortile centrale sormontato da due logge di gusto rinascimentale.

Il cortile ospita concerti, spettacoli, degustazioni.

Al piano terra vi è la cucina, con fuochi, camini, pozzo e utensili d’epoca.

Il cuore della residenza è al piano nobile, con la sala di rappresentanza arredata con mobili e dipinti del ‘700 e aperta sul grande terrazzo.

Arredi di gusto rinascimentale e barocco, soffitti a cassettoni, una grande tela che ritrae la famiglia Campeggi sul finire del ‘600, danno valore alla stanza attigua.

Da vedere inoltre la Camera di Pio VII, la sala delle armi, il pozzo a rasoio, le prigioni e le celle di segregazione, l’alcova e i camminamenti di guardia che offrono un magnifico panorama sulle valli sottostanti coltivate a vigneti.

Nel centro storico, al quale danno colore e atmosfera i muri dipinti da importanti maestri, imagesono da visitare la Chiesa prepositurale di S. Maria Assunta in Piscina, edificata nel XII sec. sui resti di una precedente chiesa romanica (contiene una tavola del 1492 di Marco Palmezzano), il Rivellino, dentro il quale è ricavata la porta settecentesca di accesso al borgo, e la Rocchetta di origini trecentesche.

Nei dintorni, la pieve di S. Lorenzo, il duecentesco convento di Monte del Re, oggi trasformato in albergo, e il seicentesco Santuario del Calanco.



Il prodotto del borgo
È l’Albana il primo bianco ad aver ottenuto in Italia il marchio Docg (Denominazione di origine controllata e garantita).

Questo vino affonda le radici in un passato remoto e conobbe il suo periodo di gloria ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia, quando era apprezzato dai dogi.



Il piatto del borgo
Ottimi i salumi. Tra i primi, rigorosamente con la sfoglia tirata a mano, si va dalle tagliatelle ai garganelli (maccheroni al pettine, arrotolati su un apposito telaio) e ai tortelli di ricotta al profumo di salvia. Il ragù è di carne, a base di prosciutto o di magro.

Fra i secondi dominano le carni ai ferri, come fiorentina e castrato; poi i formaggi, molli come il freschissimo squacquerone o stagionati come il pecorino di fossa.

Infine la piadina romagnola, regina della tavola al posto del pane. In fatto di vini la scelta è ricca, sia fra i bianchi (Albana, Trebbiano) sia fra i rossi (Sangiovese).

Per saperne di più clicca qui


 
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mou
view post Posted on 31/8/2008, 07:55




E' davvero un gioiellino questa cittadina imolese. E dopo averla visitata tutta, la cucina offre un ristoro esagerato per le fatiche appena compiute... uhhhh che bontà :P

Grazie al nostro tour operator :wub:
 
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Alaperta
icon12  view post Posted on 31/8/2008, 18:53




Grazie a te aMOUr! :wub:

CITAZIONE (mou @ 31/8/2008, 08:55)
E' davvero un gioiellino questa cittadina imolese. E dopo averla visitata tutta, la cucina offre un ristoro esagerato per le fatiche appena compiute... uhhhh che bontà :P

Grazie al nostro tour operator :wub:

 
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Alaperta
view post Posted on 5/9/2008, 01:31




A FIRENZE

LA "FIERUCOLA DEL PANE", IL 13 E IL 14 SETTEMBRE SANTISSIMA ANNUNZIATA OSPITERÀ LA TRADIZIONALE FIERA DELL'AGRICOLTURA NATURALE E DELL'ARTIGIANATO

Piazza Santissima Annunziata, palcoscenico ideale della "Fierucola del Pane". Sabato 13 e domenica 14 settembre, dalle 9 alle 20, l'Associazione La Fierucola, in collaborazione con Rete Semi Rurali, presenta la 25° edizione dell'iniziativa, la storica fiera dei prodotti dell'agricoltura biologica e della manualità, dedicata in questa edizione al "Pane contadino". La Fierucola del pane non consiste in una semplice fiera di categoria, ma mette in luce il lavoro di chi svolge piccole attività di tipo familiare, agricole o di alta manualità, nel rispetto dei criteri ecologici.
"E' importante valorizzare queste antiche tradizioni che, per due giorni, verranno fatte conoscere ai turisti e ai cittadini durante la Fierucola del Pane - ha spiegato l'assessore al terzo settore Lucia De Siervo -. E' questa una festa, dedicata quest'anno al pane contadino, che fa parte del nostro patrimonio culturale che non deve essere dimenticato, ma tramandato di generazione in generazione per non dimenticare il nostro passato". La Fierucola del pane riprende infatti l'antica fiera contadina che si svolgeva in Santissima Annunziata il giorno seguente la processione dalle campagne per la nascita della Madonna (attualmente conosciuta come "La rificolona"). Ai primi dell'800 la fiera fu abolita a causa di un incidente mortale in via De'Servi, la sua rinascita fu poi sostenuta dall'amministrazione comunale rappresentata dall'assessore alla sicurezza sociale Fioretta Mazzei.
Ecco di seguito il programma:
Alle 11 alla tenda laboratorio si tiene "Il pane fatto in casa 1° parte, mini-corso di panificazione a cura di alcuni fierucolanti. Alle 16 si tiene un incontro dal titolo "Il pane e i cereali - Biodiversità, sovranità e il pane salute", con Riccardo Bocci - AIAB/ Rete Semi Rurali, Christian Dalmasso - Association Reseau e Semences Paysannes. A seguire la seconda parte del mini-corso di panificazione "Il pane fatto in casa".
Domenica apertura dalle 9 degli stand e alle 10 la terza parte del mini-corso del pane fatto in casa. Alle 11 "Le case di paglia: tecniche di intonaco" con Saviana Parodi dell'Accademia Italiana di Permacultura. Nel pomeriggio alle 15, verranno effettuate dimostrazioni sui possibili usi alternativi della paglia dei cereali, in particolare per la realizzazione di case di paglia e oggetti per la casa. Durante i due giorni i bambini potranno partecipare ai laboratori "La Bottega di Geppetto", a cura di Fantulin, e "Tatinacrea" a cura di Arciasino.
In piazza si terranno lezioni sul pane casalingo a cura di alcuni fierucolanti.
Per informazioni: [email protected] Ingresso e partecipazione gratuita.
 
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giuliana54
view post Posted on 5/9/2008, 11:18




Ala..sei una magnifica tour operator!..grazie.. :wub:
 
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mou
view post Posted on 7/9/2008, 22:10




Tutti alla fierucola del pane, allora.
Il pane fatto in casa... non ho mai provato ma potrei...

Mercie Ala. :wub:
 
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Alaperta
icon11  view post Posted on 20/9/2008, 13:25




MONTEMIGNAIO
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Montemignaio si raggiunge da Firenze seguendo le indicazioni per Pontassieve, da qui si prosegue verso il passo della Consuma percorrendo la SS70 'della Consuma' e appena oltre il valico si seguono le indicazioni che attraverso la SP71 ci conducono al castello.
L'origine del castello di Montemignaio è legata al passaggio nella zona dell'antica via romana che, da Firenze, attraverso Pelago e il Passo di Crocevecchia, inoltrandosi nel versante meridionale dei monti di Consuma e Secchieta, si raccordava alla principale arteria casentinese dell'antichità che conduceva ad Arezzo. L'antico percorso era ancora molto usato durante il medioevo e questo generò lo sviluppo del Castello, sito in posizione dominante, al vertice di un contrafforte a strapiombo sulla valle del torrente Fiana.

Il primo documento scritto comprovante l'esistenza dell'insediamento risale al 1103, trattasi di una bolla papale nella quale si conferma al Vescovo di Fiesole l'autorità sulla Pieve di Montemignaio. Già negli anni successivi e per tutto il XII° secolo l'area viene ricordata fra i domini dei conti Guidi, in conseguenza dell'investitura del conte Guido Guidi feudatario del vicino castello di Poppi, privilegio confermato anche da un documento del 1191 dell'imperatore Arrigo IV°.


Il cortile del mastio con il pozzo.
Furono proprio i Guidi ad erigere in loco il castello, conosciuto anche come 'Castel Leone' o semplicemente 'Castiglione', che rimase in loro possesso fino alla rivolta di Castel S.Niccolò con i cui abitanti i Montemignanesi fecero causa comune contro i soprusi dell'ultimo discendente della famiglia feudale, conte Galeoto. Nel 1440 gli stessi abitanti si sottomisero al Comune di Firenze e vennero aggregati alla Podesteria della Montagna Fiorentina.

I resti della cerchia muraria del castello cingono ancora parzialmente il paese. A destra della porta di accesso principale svetta ancora il poderoso torrione che fungeva anche da torre campanaria, a sinistra una seconda torre, probabilmente in origine gemella dell'altra, è oggi notevolmente ridotta in altezza. Le due torri sono unite da una possente cortina muraria nella qualensi apre la bella porta ad arco a tutto sesto che immette nel cuore del castello. Varcato l'ingresso sulla sinistra si ergono maestosi i resti del palazzo, residenza dei conti prima e del Podestà Fiorentino poi, e del cassero, di forma quadrata. Nelle cortine murarie si nota ancora la forma murata di quella che un tempo era la porta che conduceva nella corte del Palagio. Oggi per accedere allo splendido cortile, dotato al centro di un bel pozzo, occorre fare il giro esterno delle mura dalla destra della porta principale. Subito dietro alla mole del cassero sorge ancora la primitiva chiesetta del castello. Tutto l'insieme, piuttosto ben tenuto, è uno dei migliori esempi di borgo medievale fortificato toscano di montagna.
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Alaperta
icon12  view post Posted on 22/9/2008, 16:31




Firenze è anche questa ...clicca qui Milano25

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mou
view post Posted on 22/9/2008, 21:38




Ehi che bello! Ci farai diventare gironzoloni anche noi, AAAlaperta.
E' commovente... Grazie tantissime.

Ciao :wub:
 
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141 replies since 9/5/2008, 20:46   3551 views
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