Grazie grazie grazie, piccolo grande principe!
"L’amico è innanzi tutto colui che non giudica.
L’amico è colui che apre la porta al viandante, alle sue stampelle, al suo bastone deposto in un canto e non gli chiede di danzare per giudicare la sua danza. E se il viandante parla della primavera ormai sopraggiunta, l’amico è colui che riceve dentro di sé la primavera. E se egli racconta l’orrore della carestia nel villaggio dal quale proviene, l’amico soffre con lui la fame. Perché, come ti ho detto, l’amico nell’uomo è la parte destinata a te e che apre per te una porta che forse non aprirebbe mai per nessun altro.
Il tuo amico è un amico vero e tutto quello che dice è vero.
L’amico nel tempio, quello che grazie a Dio io sfioro e incontro, è colui che volge verso di me lo stesso mio viso, illuminato dallo stesso Dio, poiché allora l’unione è fatta, anche se lui è un bottegaio mentre io sono un capitano, oppure è un giardiniere mentre io sono un marinaio.
L’ho incontrato al di sopra delle nostre divisioni e sono divenuto il suo amico.
Io posso tacere accanto a lui, cioè non avere alcun timore per i miei giardini interiori, le mie montagne, i miei precipizi e i miei deserti, poiché lui non vi metterà mai piede.
Tu, amico mio, quello che ricevi da me con amore è come un ambasciatore del mio regno interiore. Tu lo tratti bene, lo fai sedere e lo ascolti. Ed eccoci felici.
Mi hai mai visto, quando ricevevo degli ambasciatori, tenerli in disparte o respingerli perché agli estremi confini del loro impero, a mille giornate di marcia dal mio, gli uomini si nutrono di cibi che non mi piacciono, ovvero perché i loro costumi sono diversi dai miei? L’amicizia è innanzi tutto una tregua e una grande circolazione dello spirito al di sopra delle divisioni particolari. Non posso rimproverare nulla a chi troneggia alla mia mensa.
Perché sappi che l’ospitalità, la cortesia e l’amicizia sono incontri dell’uomo nell’uomo. Che cosa andrei a fare nel tempio di un dio che discutesse sulla statura e sulla corpulenza dei fedeli, oppure nella casa di un amico che non accettasse le mie stampelle e pretendesse di farmi danzare per giudicarmi?
Incontrerai fin troppi giudici per il mondo. Se si tratta di plasmarti in modo diverso e di rafforzarti, lascia questo compito ai nemici. Se ne incaricheranno loro, come la tempesta che scolpisce il cedro."
Antoine de Saint-Exupery