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Angolo dei fiori, Solare35 ci parla dei fiori

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Solare35
view post Posted on 4/12/2008, 12:07 by: Solare35




Camelie a Villa Torlonia (Roma)

Eventi, storia e descrizione del progetto che si propone di ripristinare la collezione di camelie dei principi Torlonia (secolo XIX) nei pressi dell’antica Capan Svizzera oggi denominata Casina delle Civette all’interno della VillaTorlonia a Roma.

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Perché una collezione di camelie in Villa Torlonia?
A cura di Paola Lanzara, botanica e storica del Giardino

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Talvolta i racconti, quasi come le favole, cominciano con “C’era una volta…”. Così possiamo dire di quel binomio che avrebbe potuto essere una pennellata in più di fascino per una romantica Villa romana: Villa Torlonia e la Camelia.
Per fortuna ci soccorrono i viaggiatori stranieri che scrivono le loro osservazioni su ciò che hanno visto, apprezzato emotivamente e annotato nei loro taccuini di viaggio. Tornati a casa, pubblicano per comunicare agli altri la viva sensazione del percorso, come fa monsieur Audot che, nel 1840 a Parigi fa pubblicare “Notes sur le jardins d’une partie d’Italie”. Egli, per Villa Torlonia, loda Giuseppe Jappelli perché un lavoro così complesso e così innovativo quale la strutturazione di un giardino paesaggistico dimostra sia il talento di un uomo ricco di fantasia che le sue capacità d’ingegnere; inoltre, in uno spazio non troppo grande, riesce a variare le scene del giardino in modo mirabile. Per il viaggiatore francese una sottolineatura particolare spettava alle camelie, la cui precoce fioritura dava alla villa un tono vivace e particolarmente elegante.

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Un boschetto di camelie circondava la parte posteriore del teatro con una abbraccio di verde e , nel periodo di fioritura, di colore: ignare di ciò che sarebbe avvenuto, le belle piante orientali hanno arricchito con le loro corolle questo angolo di Villa Torlonia per un secolo.
Ma intervenne la guerra e dal 1944 al 1947 fu sede del comando anglo-americano, durante questo periodo furono abbattuti 30 alberi di camelie alti oltre tre metri per consentire movimenti più agevoli ai mezzi militari. La testimonianza di due vecchie camelie dietro al teatro, ci racconta di passate grandezze, ma poco più in là accanto alla limonaia, un manufatto militare in cemento testimonia dopo cinquantasei anni, la presenza e la quantità di autoveicoli, anche assai pesanti, nella Villa.
Caddero le Camelie sotto le accette per facilitare il passo alle esigenze militari ma il loro dolore ha lasciato il segno: chi, per straordinario evento le ha viste da bambina, ce ne ha tramandato la bellezza e i resoconti storici hanno fatto il resto.
Villa Torlonia è quindi rimasta priva di questo ornamento verde di grande valore, in cui l’architettura vegetale pensata da Jappelli aveva la funzione di mette in evidenza le strutture architettoniche: un modo nuovo di vedere il giardino.
Questa storia ha sollecitato l’interesse del Garden Club romano e ci si è domandato se era possibile restituire questo ‘qualcosa’ di cui la villa era stata depauperata e non soltanto per amore del giardino ma anche perché in questo desiderio c’è anche il senso di ridare ai romani la possibilità di ammirare le camelie in fiore.
Poiché non ci sono documenti che ci aiutano a rimettere ‘in situ’ ciò che era stato tolto, cioè non c’è un elenco delle cultivars utilizzate anticamente si è pensato di utilizzare un’area fresca e ombrosa adatta alla piantagione delle camelie, accanto al viale che porta alla Casina delle Civette.
E’ stato indispensabile mettersi alla ricerca di camelie ottocentesche ma poiché si tratta di inserirle in una Villa oggi affidata alla Sovrintendenza ai beni Culturali – Servizio Ville e Parchi Storici di Roma – era necessario cercare innanzitutto cultivar di origine italiana.
Dopo la venuta in Europa dei primi esemplari di Camelia japonica L. dall’Estremo oriente, la coltura di questa specie e conseguentemente l’ottenimento di nuovi ibridi si è così diffusa nel nostro Paese da far considerare l’Italia ‘seconda patria delle Camelie’, facilitata dal fatto che da noi può essere coltivata quasi dappertutto all’aria aperta ed in piena terra.
Inoltre, a Roma, verso il 1850 la comune passione per la camelia aveva riunito un gruppo di persone di diversa provenienza che avevano formato l’insieme dei ‘cameliofili romani’. Tra loro spiccavano i nomi del principe Marcantonio Borghese, senatore di Roma e presidente della Società Italiana di orticoltura (1814-1886), del conte Lavinio de medici Spada (1801-1863) prefetto delle armi sotto Gregorio XVI dei Cappellari (1831-1846) che quando si ritirò a vita privata si dedicò a studi di botanica; tra di loro c’era anche il famoso ibridatore Tommaso Del Grande le cui cultivars sono ancora oggi conosciute anche all’estero , Antonio Belardi e Mosé Mauri, capo giardiniere di Villa Pamphili alle cui cure era affidata una collezione di 550 esemplari di camelie in 56 varietà, cinque delle quali ottenute dallo stesso Mauri.
Nel 1855 si tenne a Roma la prima edizione della Mostra delle Camelie nel cortile di Palazzo Doria Pamphili in via del Corso. In onore di questi ricordi, in realtà poco conosciuti, il Giardino Romano Garden Club ha voluto, nel restituire a Villa Torlonia le sue camelie, farle dono di una piccola, anche se laboriosissima, collezione di camelie antiche dell’800 per ricordare il passato volutamente con giovani individui che speriamo raccontino al futuro questo lontano amore romano.

(continua) .

 
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