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Angolo dei fiori, Solare35 ci parla dei fiori

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Solare35
view post Posted on 26/11/2008, 17:06




I GIARDINI DELLA LANDRIANA

17. Il bosco dei ciclamini


Un angolo molto tranquillo tappezzato con un fitto manto di Ciclamini.

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Questo non è il bosco dei ciclamini originale di questi giardini, infatti il sito non forniva questa immagine



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18. Il prato dei Prunus

Un bello spazio aperto rallegrato dalla fioritura primaverile di P.padus e P. Accolade.

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Questo non è il <prsto dei prunus originale di questi giardini, infatti il sito non forniva questa immagine

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Prunus padus e Prunus Accolade.

 
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Solare35
view post Posted on 28/11/2008, 16:00




I GIARDINI DELLA LANDRIANA

19. La valle delle Rose “Mutabilis”


Una moltitudine di “Mutabilis”, la più ariosa delle rose, aleggia come tante farfalle sopra un mare scuro di Ophiopogon japonicus. Sugli alberi di Melia azederach si arrampica una rosa tea ormai molto rara, la “Belle Lyonnaise”.

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Rose "Mutabilis"

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Ophiopogon japonicus

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Melia azederach

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la “Belle Lyonnaise”.

 
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giuliana54
view post Posted on 29/11/2008, 11:35




grazie Solare..continua.. :wub:
 
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Solare35
view post Posted on 30/11/2008, 11:44




I GIARDINI DELLA LANDRIANA

20. Il giardino della quercia


Helleborus, Narcissus e Bergenia crescono bene sotto l’ombra delle nostre querce in compagnia di molti arbusti compresi il poco conosciuto Rhodotypos scandens, con grandi fiori bianchi in primavera.

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immagine non originale

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Helleborus

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Narcissus

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Bergenia

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Rhodotypos scandens.

 
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Solare35
view post Posted on 30/11/2008, 16:36




I GIARDINI DELLA LANDRIANA

21. Il prato blu


Un grande prato che ospita, come dice il nome, piante in prevalenza blu, messe in risalto dalla massa di rose “Swany” ed altre piante bianche. Poi ci sono Agapanthus, Salvia x Indigo spire e Salvia misella ed anche piante semplici come le campanule e la Pervinca; ma l’orgoglio di questo giardino sono i Ceanothus, con la loro fioritura imbattibile di ogni
tonalità di blu.

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rose “Swany”

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Agapanthus,

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Salvia x Indigo spire

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Salvia misella

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Campanule

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Pervinca

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Ceanothus.

 
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Solare35
view post Posted on 1/12/2008, 15:30




I GIARDINI DELLA LANDRIANA

22. Il giardino Grigio


Alla Landriana c’è sempre stato un giardino grigio, oggi ambientato in un viale di ulivi e splendidi Echium – che forma adesso il giardino divisorio tra gli spazi di esposizione. Qui ci sono i cisti, le lavande, tutte le artemisie, le Westringia e mille altre piante, comprese le rose “Iceberg” per farne il più solare di tutti i nostri giardini. E siccome l’acqua non deve essere mai lontana in un giardino mediterraneo, in fondo si nasconde la Fontana Segreta.

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Viale ulivi ed echium

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Cisti

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Lavande

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Artemisie

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Westringia

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Rose iceberg

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Fontana segreta


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Solare35
view post Posted on 2/12/2008, 15:25




Oggi finisce il nostro tour dei GIARDINI DELLA LANDRIANA.



I GIARDINI DELLA LANDRIANA

23. Collezione di Ortensie


Crescono qui, nell’ombra dei pini molte varietà di Hydrangea macrophylla.

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Ortensie o Hydrangea macrophylla

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Alberi
di
Nino Silenzi (Lorenzo De Ninis)

Sono entrato nel bosco.
Solo si sente il respiro
fraterno degli alberi taciti.
Il profumo di verde rinfranca
il cuore battuto da mille tristezze.
Qualche rapido volo d'uccello
rompe il silenzio, qualche
grido improvviso fa trasalire
gli operosi insetti nascosti
sotto il soffice manto di foglie.
Colori soffusi, riposano gli occhi.
S'inebria la mente, il cuore si apre.
Si leva il fruscio, echeggia il mistero.
Si abbracciano gli alberi con i rami
frondosi e le chiome fluenti.

Vorrei essere un albero
come loro: paziente e capace
di soffrire nella brutta stagione,
ospitale e generoso nell'accogliere nidi,
forte e tenace nel fronteggiare le tempeste,
austero, ma affettuoso come un fratello
che ti conforta tra le sue braccia,
utile nell'offrire sicuro rifugio
ad uomini ed animali,
nel donare cibo a tutti.
Vorrei essere un albero
umile per diventare alla fine
tavola per la mensa e legna da ardere,
cenere calda per il povero,
e non putrida polvere
che vana vola via.


.




 
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Solare35
view post Posted on 3/12/2008, 19:20




Dopo aver fatto il "Tour" de I GIARDINI DELLA LANDRIANA penso che un "tuffo" in un mondo di Camelie non sia una stonatura.
Anche qui non tutte le immagini sarano originali ma frutto di ricerche su google.


Primo piano su... La Camelia

Il nome Camelia e' stato attribuito a questo fiore in onore del gesuita italiano Padre Camelli, che di ritorno dai suoi viaggi in Cina, Giappone e India importo' in Europa questo fiore nel 1740 circa.

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In Italia tale fiore ebbe subito un'immediata fortuna, in particolare la "Camelia japonica" si adatto' facilmente al nostro clima e alla meta' dell'800 se ne conoscevano quasi 500 varieta' create dai giardinieri in tutta la penisola.

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"Camelia japonica"

Il romanzo di A.Dumas "La signora delle Camelie" contribuisce a decretare il successo di questo fiore. Nel romanzo, la protagonista comunica i suoi sentimenti indossando camelie rosse o bianche. Si diffonde la moda e, cosi' come per il tulipano, anche per la camelia l'entusiasmo sale alle stelle.

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Oggi la moda delle Camelie sembra un po' in declino. Al fiore vengono comunque dedicate feste all'inizio della primavera. Le piu' importanti sono quella che si celebra in Svizzera a Locarno e quella di Velletri, vicino Roma.

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La Camelia non e' coltivata esclusivamente a fini ornamentali, infatti le foglie di una particolare specie di camelia la "camelia sinensis" sono utilizzate per la produzione del te'. La famosa bevanda nacque infatti in Cina nell'800 a.C. dal raccolto delle foglie di questa pianta che li' cresceva spontaneamente e che solo nel 600 d.C. comincio' ad essere coltivata per l'Imperatore.

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"camelia sinensis"

Nel linguaggio dei fiori,la Camelia indica un "Sentimento costante".

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mou
view post Posted on 3/12/2008, 22:17




Ohhhhhhhhhhh :o: :) :wub:
 
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Solare35
view post Posted on 4/12/2008, 12:07




Camelie a Villa Torlonia (Roma)

Eventi, storia e descrizione del progetto che si propone di ripristinare la collezione di camelie dei principi Torlonia (secolo XIX) nei pressi dell’antica Capan Svizzera oggi denominata Casina delle Civette all’interno della VillaTorlonia a Roma.

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Perché una collezione di camelie in Villa Torlonia?
A cura di Paola Lanzara, botanica e storica del Giardino

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camelia-rubra-simplex-fiorebello

Talvolta i racconti, quasi come le favole, cominciano con “C’era una volta…”. Così possiamo dire di quel binomio che avrebbe potuto essere una pennellata in più di fascino per una romantica Villa romana: Villa Torlonia e la Camelia.
Per fortuna ci soccorrono i viaggiatori stranieri che scrivono le loro osservazioni su ciò che hanno visto, apprezzato emotivamente e annotato nei loro taccuini di viaggio. Tornati a casa, pubblicano per comunicare agli altri la viva sensazione del percorso, come fa monsieur Audot che, nel 1840 a Parigi fa pubblicare “Notes sur le jardins d’une partie d’Italie”. Egli, per Villa Torlonia, loda Giuseppe Jappelli perché un lavoro così complesso e così innovativo quale la strutturazione di un giardino paesaggistico dimostra sia il talento di un uomo ricco di fantasia che le sue capacità d’ingegnere; inoltre, in uno spazio non troppo grande, riesce a variare le scene del giardino in modo mirabile. Per il viaggiatore francese una sottolineatura particolare spettava alle camelie, la cui precoce fioritura dava alla villa un tono vivace e particolarmente elegante.

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Camelieto

Un boschetto di camelie circondava la parte posteriore del teatro con una abbraccio di verde e , nel periodo di fioritura, di colore: ignare di ciò che sarebbe avvenuto, le belle piante orientali hanno arricchito con le loro corolle questo angolo di Villa Torlonia per un secolo.
Ma intervenne la guerra e dal 1944 al 1947 fu sede del comando anglo-americano, durante questo periodo furono abbattuti 30 alberi di camelie alti oltre tre metri per consentire movimenti più agevoli ai mezzi militari. La testimonianza di due vecchie camelie dietro al teatro, ci racconta di passate grandezze, ma poco più in là accanto alla limonaia, un manufatto militare in cemento testimonia dopo cinquantasei anni, la presenza e la quantità di autoveicoli, anche assai pesanti, nella Villa.
Caddero le Camelie sotto le accette per facilitare il passo alle esigenze militari ma il loro dolore ha lasciato il segno: chi, per straordinario evento le ha viste da bambina, ce ne ha tramandato la bellezza e i resoconti storici hanno fatto il resto.
Villa Torlonia è quindi rimasta priva di questo ornamento verde di grande valore, in cui l’architettura vegetale pensata da Jappelli aveva la funzione di mette in evidenza le strutture architettoniche: un modo nuovo di vedere il giardino.
Questa storia ha sollecitato l’interesse del Garden Club romano e ci si è domandato se era possibile restituire questo ‘qualcosa’ di cui la villa era stata depauperata e non soltanto per amore del giardino ma anche perché in questo desiderio c’è anche il senso di ridare ai romani la possibilità di ammirare le camelie in fiore.
Poiché non ci sono documenti che ci aiutano a rimettere ‘in situ’ ciò che era stato tolto, cioè non c’è un elenco delle cultivars utilizzate anticamente si è pensato di utilizzare un’area fresca e ombrosa adatta alla piantagione delle camelie, accanto al viale che porta alla Casina delle Civette.
E’ stato indispensabile mettersi alla ricerca di camelie ottocentesche ma poiché si tratta di inserirle in una Villa oggi affidata alla Sovrintendenza ai beni Culturali – Servizio Ville e Parchi Storici di Roma – era necessario cercare innanzitutto cultivar di origine italiana.
Dopo la venuta in Europa dei primi esemplari di Camelia japonica L. dall’Estremo oriente, la coltura di questa specie e conseguentemente l’ottenimento di nuovi ibridi si è così diffusa nel nostro Paese da far considerare l’Italia ‘seconda patria delle Camelie’, facilitata dal fatto che da noi può essere coltivata quasi dappertutto all’aria aperta ed in piena terra.
Inoltre, a Roma, verso il 1850 la comune passione per la camelia aveva riunito un gruppo di persone di diversa provenienza che avevano formato l’insieme dei ‘cameliofili romani’. Tra loro spiccavano i nomi del principe Marcantonio Borghese, senatore di Roma e presidente della Società Italiana di orticoltura (1814-1886), del conte Lavinio de medici Spada (1801-1863) prefetto delle armi sotto Gregorio XVI dei Cappellari (1831-1846) che quando si ritirò a vita privata si dedicò a studi di botanica; tra di loro c’era anche il famoso ibridatore Tommaso Del Grande le cui cultivars sono ancora oggi conosciute anche all’estero , Antonio Belardi e Mosé Mauri, capo giardiniere di Villa Pamphili alle cui cure era affidata una collezione di 550 esemplari di camelie in 56 varietà, cinque delle quali ottenute dallo stesso Mauri.
Nel 1855 si tenne a Roma la prima edizione della Mostra delle Camelie nel cortile di Palazzo Doria Pamphili in via del Corso. In onore di questi ricordi, in realtà poco conosciuti, il Giardino Romano Garden Club ha voluto, nel restituire a Villa Torlonia le sue camelie, farle dono di una piccola, anche se laboriosissima, collezione di camelie antiche dell’800 per ricordare il passato volutamente con giovani individui che speriamo raccontino al futuro questo lontano amore romano.

(continua) .

 
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Solare35
view post Posted on 5/12/2008, 17:40




CRITERI DI SELEZIONE ADOTTATI E METODOLOGIA DELLA RICERCA

Obiettivo


Ripristinare la collezione di camelie dei principi Torlonia (secolo XIX) nei pressi dell’antica Capanna Svizzera oggi denominata Casina delle Civette all’interno della Villa Torlonia in via Nomentana, Roma.

Criteri di selezione

Le camelie proposte appartengono ad una selezione rappresentativa di varietà di C. japonica individuate e/o create dal 1840 al 1890. Trovandoci di fronte ad un numero considerevole di varietà, come criterio di scelta abbiamo voluto prediligere quelle giunte in Europa dai loro paesi d’origine, cui fanno corona nelle cultivars di cameliofili che hanno operato in Roma e che comunque hanno contribuito allo sviluppo e alla crescita culturale della Città. A questa prima selezione sono state affiancate, per il loro valore ornamentale, una serie di cultivars che offrono al pubblico una lettura completa dello sviluppo e dell’evoluzione del genere Camellia e alcune tra le più rappresentative varietà che pur con i loro anni di storia alle spalle mostrano, a tutt’oggi, la validità delle scelte che erano state fatte nel periodo di maggior fulgore di questa specie.

Reperimento. Disponibilità.

La ricerca è stata avviata sensibilizzando i più importanti e rinomati Vivai specializzati italiani ed europei. Trattandosi di varietà desuete, è stata richiesta dapprima la disponibilità e solo in un secondo momento, in fase esecutiva, sono state richieste dimensioni e prezzi. Tuttavia, proprio per essere varietà di difficile reperibilità sul mercato nazionale ed internazionale, in presenza di piante di particolare pregio, dimensione e valore esse sono state predilette rispetto ad altre meno rare. Non per questo, volendo perseguire con coerenza l’obiettivo di cui sopra, la dimensione ed il numero delle piante possono non essere omogenee.
In questo caso, insomma, è nostra intenzione chiarire che ci si potrebbe accontentare di 1 solo esemplare di una particolare varietà (p.es. Ninfa del Tebro) per poi bilanciare nel numero totale con altre più comuni (Rubra Simplex, Adolphe Audusson, ecc)

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Codesti motivi evidenziano quanto sia per noi importante e irrinunciabile costituire una collezione rappresentativa di camelie di una determinata epoca ‘legate’ indissolubilmente al contesto storico paesaggistico nella quale esse sono state ubicate.

COLLEZIONE DI CAMELIE ANTICHE DI VILLA TORLONIA .

3 Camellia japonica ‘Alba Simplex’.

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3 Camellia japonica ‘Alba Plena’ .
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1 Camellia japonica ‘Bonomiana’ .

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1 Camellia japonica ‘Candidissima’ .

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1 Camellia japonica ‘Ninfa del Tebro’.

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1 Camellia japonica ‘Tricolor’.

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1 Camellia japonica ‘Tricolor de’ Sieboldii’.

non trovato esemplari

3 Camellia japonica ‘Bella Romana’ .

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2 Camellia japonica ‘Roma Risorta’ .

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3 Camellia japonica ‘Rubra Simplex’ .

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1 Camellia japonica ‘Giuseppe Traverso’.

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3 Camellia japonica ‘Il Gioiello’.

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3 Camellia japonica ‘Prof. Filippo Parlatore’.

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3 Camellia japonica ‘Francesco Ferruccio’.

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1 Camellia japonica ‘Anemonaeflora’.

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3 Camellia japonica ‘Gran Sultano (Te Deum)’ .

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3 Camellia japonica ‘Giardino Santarelli’.

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1 Camellia japonica ‘Mathotiana’.

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1 Camellia japonica ‘Mathotiana Rubra’.

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1 Camellia japonica ‘Mathotiana Supreme’.

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In Cina vi è un proverbio che dice così: .
"Se vuoi vivere felice un giorno: ubriacati
Se vuoi vivere felice un mese: ammazza il maiale
Se vuoi vivere felice un anno: sposati
Se vuoi vivere felice un'intera vita: coltiva le camelie".

FINE DEL TOUR

 
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giuliana54
view post Posted on 5/12/2008, 20:12




Grazie Solare :wub:
è bellissima la Camellia..e non sapevo che ce ne fossero tantissime varietà!! :throb.gif: proprio speciale questo angolo! :throb.gif:
 
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Alaperta
view post Posted on 5/12/2008, 23:37




Solare, che dirti? Grazie ancora.

Appena ho un attimo di tempo mi salvo tutto e lo rileggo.

 
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Solare35
view post Posted on 6/12/2008, 11:29




imageGiuliana ed Ala siete sempre molto carine con me.

Ora ho in programma una visita in un altro bellissimo Parco, ma vi prometto che preparerò una vera e propria mostra di camelie, perchè ho scoperto che quelle postate sono solo una piccola parte di quelle esistenti.

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camelie miste

 
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Solare35
view post Posted on 6/12/2008, 16:26




Prima di iniziare questo tour chiedo venia ed aiuto a Giuliana ed a Pier che essendo abituè dell’isola di Ischia avranno senz’altro visitato questo bellissimo parco. Anzi siete pregati ci correggere tutte le inesattezze che scriverò.
Io tanti tanti anni fa, allora di anni ne avevo solo 13, sono stata a Napoli e mio papà desiderava farmi visitare tutte le meravigliose isole del golfo napoletano. La prima e l’ultima visita è stata l’isola di Capri. Dico l’ultima perché ho sofferto così tanto per il mal di mare che non ho più messo piede in una imbarcazione. Per molti anni non sono più salita nemmeno sui vaporetti veneziani.
Perciò Ischia mi sono accontentata di ammirarla da Capo Miseno.


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Nell' ISOLA d'ISCHIA, sul promontorio di punta Caruso si può visitare il giardino della Mortella, chiamato anche il “Giardino delle sette meraviglie” aperto al pubblico martedì, giovedì, sabato e domenica (9-19) da aprile a metà novembre. Tre fontane ospitano rare piante acquatiche (Alocasia, Pontederia, Thalia, Xanthosoma).

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Alocasia e Pontederia,

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Thalia e Xanthosoma

Suggestivo, oltre alle fontane lo stagno con i fiori di loto. Per un assaggio virtuale delle meraviglie di questo giardino ci accingiamo a visitarlo.

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Il Giardino della Mortella (Forio - Isola d'Ischia)
Nel 1949, i signori William e Susan Walton giunsero ad Ischia per trascorrervi l'inverno. WIlliam, compositore di fama, trovò qui l'a pace e la concentrazione necessaria per ideare le sue opere musicali.
Qualche anno dopo i coniugi Walton decisero di comprare il terreno su cui oggi sorgono i Giardini della Mortella: un'imponente parete rocciosa volta verso il tramonto. Fu merito del famoso architetto di giardini britannico Russell Page ( lo stesso che ha curato l’ideazione dei Giardini della Landriana) che la trasformazione della distesa di pietre in giardino a piani sfalsati, come ancora oggi lo ammiriamo. La costruzione del giardino cominciò nel 1956.
La fatica per arrivare fino in alto è tanta, ma si è ripagati dal panorama che si gode dall'alto.

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La costruzione del giardino fu un'opera imponente e complessa. occorreva scegliere alberi e arbusti che fossero resistenti al forte vento dell'isola e potessero affondare le proprie radici nelle rocce. Ma la creatività dei proprietari non si limitò alle specie presenti sull'isola: semi portati da Buenos Aires dalla signora Susan Walton, ordinati a in un Vivaio a Parigi e gli immancabili amici di famiglia che portavano in dono piantine da tutto il mondo...
Anche il lavoro di William era propizio per arricchire questa collezione fantasmagorica: inviò piante dalla nuova Zelanda che, nonostante il lungo viaggio, sopravvissero ed ancor'oggi fanno bella mostra di se'.

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L'attenzione è comunque catturata, fra tante meraviglie, dalla Victoria Amazonica, un'esemplare di ninfea le cui foglie circolari possono raggiungere i due metri e mezzo di diametro. Fu scoperta nel 1801 negli affluenti del RIo delle Amazzoni, da un botanico tedesco di nome Thadaeus Haenke.
I Fiori, che possono raggiungere i 40 centimetri di diametro hanno una curiosa caratteristica: il primo giorno sono di colore bianco ed hanno sesso femminile, il giorno successivo, verso sera, il fiore si dischiude nuovamente, ma a quel punto è diventato un maschio ed ha un colore rosso porpora.

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Victoria amazzonica

In Inghilterra, una Victoria Amazonica fiorì nel 1840 grazie alle cure di Joseph Paxton, capo giardiniere del Duca di Devonshire, che costruì appositamente una serra. A seguito di ciò, anche i famiosi Kew Gardens costruirono una serra speciale per ospitarla. Quella che vedete qui di fianco è appunto parte della vegetazione rigogliosa che fa da cornice alla VIctoria Amazonica all'interno della serra speciale dove viene mantenuta una temperatura costante piuttosto elevata e un livello di umidità comparabile alle foreste equatoriali. (Le foto che vedete a sinistra e in alto sono state scattate all'interno della serra sotto il getto dell'irrigatore... che eroi!)

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IL GINKO BILOBA

Il Ginko Biloba è un albero che si credeva estinto, ma che in realtà continua ad esistere da ben 200 milioni di anni.
Fu riscoperto in Cina verso la fine del diciottesimo secolo e da quel momento continua sempre a suscitare grande interesse.
La foglia del Ginko biloba è molto caratteristica: sembra divisa, ma in realta resta unica perché i due lobi si uniscono dalla parte superiore in prossimità del gambo.
Quest'immagine di divisione ed unità ha Ispirato Goethe che, nel 1815 ha dedicato alla foglia del Ginko Biloba una poesia.

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La foglia di quest'albero, venuto dall'Oriente al mio giardino, consente di gustare sensi occulti, edificando il saggio.
Sarà un essere vivo, che sé in sé medesimo ha spartito?
Oppure saran due, che vollero apparire come uno?
Per dare alla domanda una risposta, il senso giusto trovo: non senti nei miei canti,
che sono uno e insieme sono doppio?
(J.W. Goethe)


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Le foto che vedete in questa pagina rappresentano il Ginko Biloba che si può ammirare al Giardino della Mortella ad Ischia.

La prossima volta vi farò ammirare altri scorci di questo meraviglioso "Giardino"

 
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1031 replies since 17/6/2008, 13:26   145300 views
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