PAOLO DI DONO detto PAOLO UCCELLO
Paolo di Dono, detto Paolo Uccello (Firenze, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475), è stato un pittore e mosaicista italiano.
Caratteristiche delle opere
Ricerca continua sulla prospettiva e delle leggi geometriche che la governano. Inesauribile fantasia, che gli permette di usare la prospettiva in modo assolutamente innovativo e non compreso ai tempi, con il fine di ricreare un mondo irreale e fiabesco. Per questo motivo la pittura di Paolo Uccello è stata definita come uno "scientismo prospettico".
Secondo quanto aggiunge Vasari - sempre nelle sue celebri "Vite" - Paolo Uccello fu affascinato dallo studio della prospettiva, di cui sperimentò nelle sue opere le varie possibilità e applicandosi allo studio analitico delle leggi scientifiche che regolano la rappresentazione degli oggetti nello spazio tridimensionale. Agli Uffizi si conservano tre disegni con studi prospettici che gli sono generalmente attribuiti. In questo studio l'artista fu probabilmente affiancato dal matematico Paolo Toscanelli.
È da notare che la prospettiva di Paolo Uccello sia stata definita da alcuni critici come simbolica poiché frutto di un'astrazione geometrica; egli ritenne infatti che la vera realtà rappresentata nel dipinto non sia la storia narrata ma bensì risieda nella costante applicazione di un sistema matematico di regole fisse. Paolo Uccello, pertanto, produce spazi teorici ed irreali: teorici, poiché puramente coerenti con la logica prospettica, ed irreali, poiché inverosomiglianti Il mondo di Paolo Uccello diviene perciò una realtà fiabesca, dove la verità non risiede nella realtà, come sosteneva peraltro Aristotele (e qui si vede come l'artista inizi già a staccarsi progressivamente dall'auctoritas) ma nella severa e rigorosa applicazione della teoria prospettica. La realtà per questo artista esiste quindi solo nelle sue opere, poiché, come nei racconti di fantasia, non si ritrova un riscontro con la verità effettiva della realtà stessa.
Un'altra caratteristica fu l'uso di cieli e sfondi scuri, su cui risaltavano luminose le figure in primo piano. I colori non sempre realistici accentuavano l'atmosfera irreale e mitica delle scene raffigurate.
DISPUTA DI SANTO STEFANO (1433-34)
Cappella dell'Assunta - Basilica Cattedrale di Santo Stefano - Prato
CITAZIONE (giuliana54 @ 21/4/2009, 15:17)
..non ho molto tempo per inserire..ma ti leggo con interesse Berenice!!..continua...
Grazie Giuliana! Buonanotte.