::: ANZIANI MODERNI™ :::

Il calendario dice che, -.-ricorrenze-fatti-santi-altro-.-

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Ninos19
view post Posted on 11/6/2008, 10:29




10-11 giugno
Nella notte aerei italiani decollati da basi siciliane sganciano il primo carico di bombe su Malta.
11 giugno
Il capo di Stato Maggiore dell’esercito greco gen. Alexandros Papagos assicura che il suo governo ha apprezzato le dichiarazioni di Mussolini e annuncia che la neutralità del suo paese sarà osservata e difesa anche con le armi.


L’aviazione italiana compie otto incursioni su Malta.


Il governatore militare di Parigi, gen. Hering, annuncia che la città è stata dichiarata città aperta. La decisione è stata presa dal gen. Weygand che considera militarmente inutile il sacrificio di una città circondata a est e a ovest dal nemico. Dal canto loro, i tedeschi comunicano per radio che, per riconoscere lo stato di città aperta della capitale, esigono la fine di ogni resistenza militare francese a nord della linea Saint-Ger-main — Versailles — Juvisy — Saint- Maur — Meaux. La condizione viene accettata dai francesi: i parigini esultano alla notizia che la loro città verrà risparmiata.


Prosegue l’avanzata delle armate germaniche verso la Francia centrale:anche Reims cade in mano alle forze tedesche.
La situazione dell’esercito francese è la seguente: delle 30 divisioni ancora esistenti sulla carta, 11 non possiedono più del 50% degli effettivi, 13 sono ridotte al 25%, le altre non sono che “resti” di divisioni.


Prime schermaglie in Africa: l’aviazione italiana bombarda Porto Sudan e Aden mentre quella inglese effettua incursioni in Eritrea.
 
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mou
view post Posted on 11/6/2008, 13:35




Che gran brutto periodo, castellano caro... se non sbaglio (e non sbaglio v :P isto che sono andata a controllare) era il 1940. La mia generazione non ha visto la guerra e spero tanto non si debbano vivere ancora anni tanto angosciosi.
 
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giuliana54
view post Posted on 11/6/2008, 13:44




Cara Mou, come hai ragione..io fortunatamente non c'ero in quel periodo..essendo nata molto dopo..ma il mio papà la visse e fu prigioniero in Africa..e l'unica cosa che ricordo che mi raccontava..era che aveva imparato a farsi i maglioni ai ferri disfando i vecchi ..e che mangiava le cavallette abbrustolite..brrr..e sono morti in tanti per difendere il nostro amato paese..speriamo che davvero non si debbano vivere anni così..
un abbraccio a te e al Castellano
 
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giuliana54
view post Posted on 12/6/2008, 15:34




12 GIUGNO 1929 - 12 GIUGNO 2008



Annelies Marie "Anne" Frank, ma conosciuta come Anna Frank (Francoforte sul Meno, 12 giugno 1929 – Bergen-Belsen, marzo 1945), è stata una scrittrice olandese.
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Di origine ebrea scrisse un diario mentre si nascondeva con la famiglia dai nazisti, ad Amsterdam, durante la seconda guerra mondiale. La sua famiglia venne tradita ed essi vennero trasportati nei campi di concentramento tedeschi, dove Anna e tutti i suoi familiari furono uccisi, ad eccezione del padre Otto. Dopo la guerra, il suo diario venne pubblicato, rendendola famosa in tutto il mondo.
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Anna nacque a Francoforte sul Meno, in Germania, seconda figlia di Otto Heinrich Frank (12 maggio 1889 - 19 agosto 1980) e di sua moglie Edith Hollander (16 gennaio 1900 - 6 gennaio 1945), proveniente da una famiglia di patrioti tedeschi che prestarono servizio durante la prima guerra mondiale. Aveva una sorella maggiore, Margot Betti Frank (16 febbraio 1926 - marzo 1945). Lei e la famiglia dovettero spostarsi ad Amsterdam per sfuggire alla persecuzione dei Nazisti. Appena tredicenne, dovette nascondersi con la famiglia nell'Achterhuis, un piccolo spazio a due piani posto sopra i locali della compagnia di Otto. (Questo Achterhuis era situato in un vecchio - ed abbastanza tipico - edificio sul Canale Prinsengracht, nella parte ovest di Amsterdam, a circa un isolato dalla Westerkerk.) La porta dell'Achterhuis era nascosta dietro una libreria. Vissero li dal 9 luglio 1942 al 4 agosto 1944, durante l'occupazione nazista.
Nel nascondiglio trovarono rifugio 8 persone: Otto e Edith Frank (i genitori di Anna); la sorella maggiore Margot; il Signor Dussel, un dentista ebreo (vero nome, Fritz Pfeffer); e i coniugi van Daan con il loro figlio Peter (vero cognome, van Pels). Durante quegli anni Anna scrisse un diario, descrivendo con considerevole talento le paure causate dal vivere in clandestinità, i sentimenti per Peter, i conflitti con i genitori, e la sua aspirazione di diventare scrittrice.
Dopo più di due anni, una soffiata di un informatore olandese portò la Gestapo al loro nascondiglio. Vennero arrestati dalla Grüne Polizei e trasferiti al campo di smistamento di Westerbork, nell'Olanda nord-orientale. Il 2 settembre 1944 Anna Frank e gli altri clandestini vennero caricati sull'ultimo treno merci in partenza per il Auschwitz, dove giunsero tre giorni dopo. Nel frattempo Miep Gies ed Elly Vossen, due delle persone che si erano prese cura del gruppo durante il periodo passato nel nascondiglio, trovarono il diario e lo misero al sicuro.
Anna, Margot ed Edith Frank, i van Pels e Fritz Pfeffer non sopravvissero ai campi di concentramento tedeschi (nel caso di Peter van Pels, alle marce della morte tra un campo e l'altro). Margot e Anna passarono un mese ad Auschwitz-Birkenau e vennero poi spedite a Bergen-Belsen, dove morirono di tifo esantematico nel marzo 1945, un mese prima della liberazione del campo. Solo il padre di Anna sopravvisse ai campi di concentramento; tornò ad Amsterdam nel giugno del 1945 dopo tre mesi di viaggio. Miep gli diede il diario ed egli lo aggiustò per la pubblicazione con il titolo di Het Achterhuis. Da allora è stato pubblicato in 55 lingue. Otto Frank morì a Basilea nel 1980.
Anna scrisse numerosi aforismi..ne posto qualcuno:
«Viviamo tutti con l'obiettivo di essere felici; le nostre vite sono diverse, eppure uguali.»
«Chiunque è felice, renderà felice anche gli altri.»
«La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta.»
dal web
 
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Solare35
view post Posted on 13/6/2008, 06:52




Non so se faccio bene ad usufruire di questo forum ma spero di essere perdonata. Avendo studiato anche in quella città fa un pò parte dei miei Santi.


Sant'Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa



Lisbona, Portogallo, c. 1195 - Padova, 13 giugno 1231

Di nobile famiglia, dopo un'intensa vita ascetica presso i Canonici regolari agostiniani di Coimbra, passò fra i Minori di San Francesco d'Assisi, con il quale si incontrò alla Porziuncola (1221). Predicatore del Vangelo, esercitò il suo ministero dell'Italia del nord e nella Francia meridionale. Combatté l'eresie, facendo opera di evangelizzazione. Della sua predicazione restano significative testimonianze nei suoi scritti omiletici. Taumaturgo, fu maestro di dottrina spirituale e di teologia e ravvisò la perfezione nell'accordo tra la vita contemplativa e la vita attiva. E' universalmente venerato dal popolo cristiano. Le reliquie del Santo si custodiscono nella basilica omonima, che è meta di continui pellegrinaggi.


 
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mou
view post Posted on 13/6/2008, 09:32




Perfetto Solare. :) Oggi si festeggia S.Antonio da Padova e fa piacere ritrovarlo anche qui, fra queste "pagine" del forum.

So che molti si rivolgono a questo santo nelle difficoltà e, dicono, non invano. Sa il cielo se abbiamo bisogno di una mano per questi nostri (per un errore di battitura avevo scrito "mostri" e non avrebbe stonato) tempi difficili.
Sei stata una grande viaggiatrice tu... anche a me sarebbe piaciuto vivere in altre città ma non m'è capitato mai.

Giuliana ci parlava di Anna Frank. Spero che i suoi diari siano sempre all'attenzione dei giovani... in loro è la mia speranza.

:)
 
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Ninos19
view post Posted on 13/6/2008, 09:54




13 giugno 1943
Mediterraneo.Anche il presidio dell’isola di Linosa si arrende, senza condizioni, agli Alleati.
Germania.60 bombardieri B-17 dell’8à Forza aerea USA attaccano i cantieri di sottomarini di Kiel: nella battaglia aerea che ne segue, ben 22 aerei americani vengono abbattuti.
Nuova Guinea.In preparazione dell’imminente ripresa dell’offensiva, americani e australiani si riorganizzano anche dal punto di vista tattico, formando nuove “Forze” composte da un paio di battaglioni di fanteria appoggiati da gruppi di artiglieria, più adatte delle unità classiche al tipo di guerra che si conduce nell’isola.
 
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Solare35
view post Posted on 13/6/2008, 10:49




CITAZIONE (mou @ 13/6/2008, 10:32)
Perfetto Solare. :) Oggi si festeggia S.Antonio da Padova e fa piacere ritrovarlo anche qui, fra queste "pagine" del forum.

Sei stata una grande viaggiatrice tu... anche a me sarebbe piaciuto vivere in altre città ma non m'è capitato mai.
:)

Quando andavo a scuola a Padova ero a casa mia. Infatti il mio paese natio dista 14 Km da Venezia e 27 Km da Padova. Solo che quando andavo a scuola era più comodo raggiungere Padova piuttosto che Venezia.
 
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giuliana54
view post Posted on 24/6/2008, 09:52




24 Giugno 1901 - 24 Giugno 2008
Parigi: mostra di Pablo Picasso
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Pablo Picasso espone per la prima volta le sue opere a Parigi in una galleria nella prestigiosa rue Lafitte. L'artista spagnolo che allora aveva 19 anni era sconosciuto fuori da Barcellona.ma a quell'età aveva già dipinto un centinaio di quadri.. Gli studi di questi anni creeranno le fondamenta di quella che sarà la sua straordinaria capacità di dedicarsi a qualsiasi tipo di espressione artistica.
In questo anno 1901 Pablo ", esprime attraverso il colore blu(freddo e triste), uno stato d'animo. E' il periodo dell'Opera Blu.
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Sono riconoscibili le varie fasi della vita: in primo piano il matrimonio e la maternità, nello sfondo il dolore e la solidarietà. Diversi i motivi simbolici, come ad esempio il bambino, frutto dell' amore per eccellenza.Si tratta, come dice il nome stesso, di una pittura giocata sui colori freddi, dove i soggetti umani rappresentati, appartenenti alla categoria degli emarginati e degli sfruttati, sembrano sospesi in una atmosfera malinconica e assumono un'asciutta monumentalità. Successivamente vivrà un periodo Rosa, nel quale è presente un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto temperata, è sempre presente. I soggetti privilegiati sono saltimbanchi, acrobati o comunque legati al mondo del circo.
Gli ultimi mesi del 1906 lo portano a contatto con la cultura negra , non ancora contaminata da ideologie e condizionamenti sociali.
Nel 1907, la mostra retrospettiva dedicata a Cézanne, al Salon d'Automne, gli rivela l'opera di questo grande artista; sempre in questo stesso anno, c'è l'incontro con Braque con il quale inizia un proficuo sodalizio artistico. Da questa loro collaborazione nasce il Cubismo. Un punto d'arrivo del cammino artistico di Picasso sono "Les Demoiselles d' Avignon", opera con la quale abbiamo la premessa del Cubismo.
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Il Cubismo si sviluppa con straordinaria rapidità tra il 1907 e il 1914.
Caratteristiche fondamentali di questa nuova corrente sono il rifiuto di due aspetti fondamentali della pittura europea dal Rinascimento in poi:
la norma classica per la rappresentazione della figura umana
la raffigurazione illusoria dello spazio ottenuta secondo la prospettiva da un unico punto di vista.
(periodo 1907-1910:Protocubismo .In questa prima fase gli oggetti acquistano una morfologia cubica, con divaricazione netta tra le facce in luce e le facce in ombra; essi sono esibiti in primo piano. I soggetti sono prevalentemente paesaggi, nature morte, figure. I colori sono caldi, tendenti al legno, utilizzati in gamme monocromatiche che variano da dipinto a dipinto).
(periodo 1910-1912:Cubismo analitico. Gli oggetti, pur mantenendo una morfologia ancora cubica, aumentano le sfaccettature con il moltiplicarsi dei piani e quindi dei punti di vista. Picasso fa uso di brani di scrittura da inserire nell'opera e introducono l'effetto delle venature del legno. I soggetti sono prevalentemente ritratti. I colori, pur mantenendo una tendenza al monocromo, diventano metallici, leggeri e sfumati ai bordi).
(periodo 1912-1914:Cubismo sintetico. Gli oggetti divengono sempre più immateriali abbandonando la forma reale per lasciar posto all'idea che ognuno possiede dell'oggetto. Il disegno si fa sempre più esile, lasciando ampi spazi vuoti che vengono riempiti da collages, inserti di scritte. I soggetti sono prevalentemente nature morte..La tavolozza si mantiene quasi immutata rispetto al periodo precedente, mentre aumenta l'uso del collage e la differenziazione dei materiali utilizzati: Picasso, usa materiali plastici più forti, come ad esempio pezzi incollati di tela incerata che simulano l'intreccio della paglia di una sedia).
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Nel 1909 Picasso trascorre l' estate in Spagna, e crea i primi paesaggi cubisti, intesi come ricostruzione ideale del volume. Nel suo travaglio artistico sperimenterà varie tecniche (il collage), e del cubismo stesso vivrà vari stadi (protocubismo, cubismo analitico, cubismo sintetico). La durata del periodo cubista è estremamente breve e con la prima guerra mondiale esso può considerarsi definitivamente chiuso. Nel dopoguerra alterna dipinti monumentali a riprese di cubismo sintetico
(dal web: modifica di Giù)
 
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giuliana54
view post Posted on 25/6/2008, 09:13




25 Giugno 1876 – 25 Giugno 2008
Battaglia di Little Bighorn
Esito: Decisiva vittoria indiana«Quando un esercito dei bianchi combatte gli indiani e vince, questa è considerata una grande vittoria, ma se sono i bianchi ad essere sconfitti, allora è chiamata massacro.»
(Chiksika)
La battaglia del Little Bighorn fu uno scontro tra una forza combinata Lakota-Cheyenne e il 7° Cavalleggeri dell'esercito degli Stati Uniti d'America che ebbe luogo il 25 giugno 1876 vicino al torrente Little Bighorn, nel territorio orientale del Montana.
La battaglia fu il più famoso incidente delle Guerre indiane e costituì una schiacciante vittoria per i Lakota e i loro alleati. Il distaccamento di Cavalleria degli Stati Uniti, comandato dal Tenente Colonnello George Armstrong Custer, fu sterminato quasi fino all'ultimo uomo.
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I Lakota (anche Nakota, Dakota o Teton) erano una tribù di nativi americani.
Essa era formata da sette tribù e parlavano la lingua lakota, uno dei tre maggiori dialetti della lingua sioux.
I Lakota erano i più a ovest dei tre gruppi Sioux; occupavano il Dakota del Nord e il Dakota del Sud. Le sette tribù dei Lakota erano: Brulè, Oglala, Sans Arcs, Hunkpapa, Minneconjou, Piedi neri e Two Kettles.
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L'ultima battaglia di Custer è stata uno degli episodi più importantidi due momenti della storia americana: la corsa all'oro e le guerre indiane.
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Nell'ottobre 1865 era stato sottoscritto un trattato tra il governo degli Stati Uniti e le nazioni indiane del Nord, anche se le tribù degli Oglala e dei Brulè della popolazione Sioux non ne erano uscite soddisfatte. Il trattato con gli Indiani delle Grandi Pianure doveva facilitare la costruzione, decisa il 1 marzo 1865, di una strada per collegare Fort Laramie in California con Boseman nel Montana, per cui i lavori avrebbero goduto della protezione dell'US Army. Questa strada doveva attraversare i pascoli dei bisonti, che costituivano una delle principali risorse dei nativi, e per questo motivo alcune tribù si opposero in ogni modo alla sua realizzazione, in particolare i Brulè e gli Oglala.
Nuvola Rossa, (inglese Red Cloud, 1822-1909), fu capo dei sioux oglala. Il suo vero nome era Makphya Luta)ispiratore della rivolta indiana della seconda metà degli anni sessanta del XIX secolo, il 21 dicembre 1866 attaccò Fort Phil. Kearny.
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Il giovane guerriero Cavallo Pazzo fece da esca e attirò in una trappola il capitano William Fetterman, al comando di 80 uomini del 18th US Infantry Regiment.
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Ad attenderli c'erano circa 2000 tra Cheyenne e Arapaho guidati da Nuvola Rossa che li fece letteralmente a pezzi. Il 2 agosto 1867 Nuvola Rossa attaccò un accampamento di carri posti in circolo, poco fuori Fort Phil. Kearny, nel quale si trovavano il capitano James Powell, 28 soldati e 4 civili, quasi tutti armati di moderni fucili a retrocarica. I soldati di Powell furono pronti a sostenere l'attacco, con buone protezioni e abbondanti scorte di munizioni, e i 500-800 cavalieri Sioux si trovarono subito in difficoltà. Quando, dopo la sesta carica, si ritirarono, avevano lasciato sul campo 67 caduti e 120 feriti; Powell perse tre uomini ed ebbe due feriti.
Tra i pochi soldati sopravvissuti allo scontro vi sarebbero stati ben sei Italiani, tra cui l'unico scampato della colonna di Custer, John Martin (vero nome Giovanni Martini, 1853-1922), un giovane emigrato, ex tamburino garibaldino nella campagna in Trentino del 1866 e a Mentana nel 1867, che faceva il trombettiere per Custer. A John Martin/Martini lo stesso Tenente Colonnello avrebbe ordinato di correre a chiedere aiuto al capitano Benteen, ordine che gli salvò la vita.
Tra gli ufficiali della colonna di Reno vi fu invece il conte Carlo di Rudio (1832 - 1910), un mazziniano bellunese costretto all'esilio per la sua partecipazione al fallito attentato contro Napoleone III. Felice Vinatieri (1834-1891), musicista e compositore di origine torinese, era il direttore della banda musicale del battaglione.
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Gli eventi che circondano la battaglia di Little Bighorn hanno affascinato amatoriali e professionali storici per 130 anni, principalmente a causa dei suoi molti misteri. Mentre non potremo mai sapere esattamente cosa è successo a "Custer's Last Stand," in quanto non vi sono congetture e notizie sufficienti. Questa intrigante battaglia è stata oggetto di innumerevoli libri, articoli, film, programmi televisivi, poesie, canzoni, e siti web.
..dal web
(modificato da Giù)


 
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Alaperta
view post Posted on 26/6/2008, 00:58





Lorenzo Milani
27 MAGGIO 1923 - 26 GIUGNO 1967
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Don Lorenzo Milani « Il giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco, installato la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordati Pipetta, quel giorno ti tradirò, quel giorno finalmente potrò cantare l'unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo, beati i poveri perché il regno dei cieli è loro. Quel giorno io non resterò con te, io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio signore crocifisso. »
("Lettera a Pipetta", scritta a un giovane comunista)

Don Lorenzo Milani Comparetti (Firenze, 27 maggio 1923-Firenze, 26 giugno 1967) è stato un religioso ed educatore italiano.

Figura controversa della chiesa cattolica negli anni '60 e '70 (i suoi scritti non ricevettero l'imprimatur) oggi è rivalutato per il suo impegno civile nell'educazione dei poveri.

Lorenzo Milani Comparetti era figlio di un'agiata famiglia di intellettuali fiorentini, secondogenito di Albano Milani e Alice Weiss. Pronipote del filologo Domenico Comparetti e di sua moglie Elena Raffalovich sostenitrice e creatrice di giardini d'infanzia froebeliani.

Ragazzo vivace e intelligente, anche se negli anni dell'adolescenza poco propenso allo studio (rischiò anche di essere bocciato), tra il 1941 e il 1943 coltivò la passione per la pittura, studiando prima come privato, poi a Milano all'Accademia di Brera. Nell'estate del 1942, durante una vacanza a Gigliola (Montespertoli) Lorenzo decise di affrescare una cappella; durante i lavori rinvenne un vecchio messale la cui lettura lo appassionò notevolmente. Successivamente, al ritorno a Milano, si interessò di liturgia.

Questo probabilmente fu il suo primo vero contatto con il cristianesimo, dato che la sua famiglia non era mai stata religiosa, quando non espressamente anticlericale (come il nonno e il bisnonno). I Milani avevano battezzato i loro figli solo per paura di ripercussioni in epoca fascista, dato che la madre Alice era ebrea, anche se non credente: Lorenzo lo chiamò sempre il suo "battesimo fascista".

Nel giugno del 1943 Lorenzo si convertì; l'inizio di questa svolta fu il colloquio, avvenuto in modo casuale, con don Raffaele Bensi, che in seguito fu il suo direttore spirituale. Le circostanze della sua conversione sono sempre rimaste piuttosto confuse ed oscure. Di natura è questo un avvenimento totalmente intimo e spesso inspiegabile: nel suo caso non vi è stato nessun evento che potesse scuotere tanto il giovane Lorenzo, anche se questi era probabilmente in uno stato di ricerca spirituale da vario tempo. Il 12 giugno dello stesso anno fu cresimato dal cardinale Elia Dalla Costa.

Il 9 novembre 1943 entrò nel seminario di Cestello in Oltrarno. Il periodo del seminario fu per lui piuttosto duro, iniziando da subito a scontrarsi con la mentalità della Chiesa e della curia: non riusciva a comprendere le ragioni di certe regole, prudenze, manierismi che ai suoi occhi erano lontanissimi dall'immediatezza e sincerità del Vangelo.

Ordinato sacerdote nel duomo di Firenze il 13 luglio 1947 dal cardinale Elia Dalla Costa venne inviato come coadiutore a San Donato di Calenzano, vicino a Firenze, dove lavorò per una scuola popolare di operai e strinse amicizia con altri sacerdoti come Danilo Cubattoli, Bruno Borghi e Renzo Rossi.

Gli fu amico e collaboratore il calenzanese Agostino Ammannati, che insegnava lettere nel liceo classico Cicognini a Prato.

Negli anni a Calenzano scrisse Esperienze Pastorali, che ebbe una forte eco per i suoi contenuti eterodossi: Giovanni XXIII, venutone a conoscenza, non esitò a definire l'autore addirittura come un pazzo scappato da un manicomio.[2] A dicembre 1954, a causa di screzi con la curia di Firenze venne mandato a Barbiana (Vicchio, Firenze), minuscolo e sperduto paesino di montagna, dove iniziò il primo tentativo di scuola a tempo pieno, espressamente rivolto alle classi popolari, dove sperimentò il metodo della scrittura collettiva. Opera fondamentale della scuola di Barbiana è "Lettera ad una professoressa" (maggio 1966), in cui i ragazzi della scuola (con la regia di Don Milani) denunciavano il metodo didattico che, a loro dire, favoriva solo i borghesi ed i ricchi (i cosiddetti "Pierini").

Per i suoi scritti (ad esempio, L'obbedienza non è più una virtù), e per affermazioni come "Io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi" venne (in modo superficiale) incluso nel novero dei cosiddetti cattocomunisti.

In seguito ad un suo scritto in difesa dell'obiezione di coscienza (pubblicato dal settimanale "Rinascita" il 6 marzo 1965), dove ancora una volta si distaccava dall'insegnamento e dalla tradizione cattolica, venne processato per apologia di reato ed assolto in primo grado, ma morì prima che fosse emessa la sentenza di appello.[3]

Le sue spoglie sono oggi ospitate in un piccolo cimitero poco lontano dalla sua scuola di Barbiana. Aveva comprato la tomba il secondo giorno dopo il suo arrivo.

Fu Don Milani ad adottare il motto "I care", letteralmente "Io mi prendo cura" (in dichiarata contrapposizione al "Me ne frego" fascista), motto che sarà in seguito fatto proprio da numerose organizzazioni religiose e politiche. Questa frase scritta su un cartello all'ingresso riassumeva le finalità educative di una scuola orientata alla presa di coscienza civile e sociale. Molti dei ragazzi della scuola di Barbiana sono oggi impegnati nei sindacati o nella politica. Francesco Gesualdi, autore delle principali guide italiane al consumo critico e fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo è uno di questi.

Tra gli scritti più famosi, figli dell'esperienza di Barbiana: L'obbedienza non è più una virtù, Esperienze Pastorali, Lettera a una professoressa. La maggior parte di questi testi sono stati scritti cooperativamente da tutti i ragazzi che hanno frequentato la scuola.

Poche sono state le rivisitazioni critiche degli scritti milaniani, se si esclude le Lettere alla madre e gli scritti relativi al processo che il priore subì per aver difeso gli obiettori di coscienza. Questi ultimi scritti sono stati raccolti in L’obbedienza non è più una virtù e gli altri scritti pubblici a cura di Carlo Galeotti.

Le carte originali di Don Milani sono custodite presso la Fondazione Giovanni XXIII (già Istituto per le Scienze Religiose) di Bologna.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



 
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soloperamore
view post Posted on 28/6/2008, 07:59




Beh anch'io adottai una frase di don MILANI, la feci mia nel mio insegnamento ai bambini : " Non è giusto far parti uguali, fra disuguali". Mi parve di una saggezza illuminante ed evangelica, così mi dedicai con maggior impegno partendo dai bambini più poveri e sprovveduti, e misurando l'efficacia del mio lavoro, sulla base dei risultati e progressi ottenuti da "quest'ultimi"...
 
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giuliana54
view post Posted on 1/7/2008, 11:54




1 Luglio 1867 – 1Luglio 2008


Il British North American Act
Attraverso un atto del parlamento inglese, le quattro province dell'Ontario, del Quebec, della Nuova Scozia e del New Brunswick vengono unite nel Dominio del Canada.
Il British North American Act avvia così l'esperimento di una nuova nazionalità in grado di mettere insieme una varietà di piccole comunità coloniali sparse nella parte settentrionale del continente americano e comprendenti i due gruppi anglofono e francofono in Canada, da sempre divisi da razza, lingua e religione.
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1 Luglio 1937 – 1 Luglio 2008


Nasce la Nuova Irlanda
La nuova Costituzione irlandese, approvata tramite un referendum popolare, fa dello Stato Libero d'Irlanda uno "stato sovrano, indipendente e democratico", in "associazione esterna" con il Commonwealth britannico.
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giuliana54
view post Posted on 2/7/2008, 10:33




2 Luglio 1904 - 2 Luglio 2008


Anton Cechov 29 gennaio 1860 – 2 luglio 1904
La scienza, la letteratura, la passione
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Anton Pavlovic Cechov nasce a Taganrog, il 29 gennaio 1860, da una famiglia di umili origini.
Sebbene l'infanzia del futuro scrittore e drammaturgo e dei suoi cinque fratelli non fu felice, ebbero una buona istruzione. Sognatore, innamorato della natura, Cechov apprende rapidamente a sopravvivere in solitudine al centro di una famiglia numerosa ed all'ombra della tirannia paterna.. Diciannovenne, Cechov si iscrive agli studi universitari di medicina: studia fino al 1884, anno in cui consegue la laurea e inizia ad esercitare la professione di medico. Gli anni dell'università vedono Cechov iniziare a scrivere novelle e reportage, che pubblica con diversi pseudonimi in riviste umoristiche. Sono gli anni del tumulto politico, tra i cui fatti più noti vi è l'assassinio di Alessandro II: Osservatore freddo e razionale Cechov avrà modo di dichiararre: «La madre di tutti i mali russi è l'ignoranza, che sussiste in egual misura in tutti i partiti, in tutte le tendenze».
Cechov conduce una sorta di doppia vita: scrive ed esercita la professione di medico; scriverà: «La medicina è la mia moglie legittima, la letteratura è la mia amante».
Il primo libro è una raccolta di novelle, "Le fiabe di Melpomene" (1884), a cui segue una raccolta di brevi e scherzosi "Racconti variopinti" (1886), vivaci ritratti umoristici della vita di funzionari statali e di piccoli borghesi; entrambe i volumi vengono pubblicati con lo pseudonimo di Antosha Cekhonte. Appariranno poi "La steppa" nel 1888, e nel 1890 la sua sesta raccolta di novelle.
Nascono i suoi più celebri racconti che dal 1887 vennero pubblicati con il nome di Anton Cechov. Alcuni dei più significativi sono: "Miseria" (1887), "Kastanka" (1887), "Nel crepuscolo" (1887), "Discorsi innocenti" (1887), "La steppa" (1888), "La voglia di dormire" (1888)" (per il quale riceve il Premio Puškin, dall'Accademia delle Scienze), "Una storia noiosa" (1889), "Ladri" (1890), "La camera n°6" (1892), "Il duello" (1891), "La corsia" (1892), "Mia moglie" (1892), "Il racconto di uno sconosciuto" (1893), "Il monaco nero" (1894), "La mia vita" (1896), "I contadini" (1897), "Un caso della pratica" (1897), "L'uomo nell'astuccio" (1897), "La signora col cagnolino" (1898), "Nel burrone" (1900).
Incapace di trarre vantaggio dalla sua grande notorietà e nonostante i primi effetti della tubercolosi, Cechov parte per l'isola di Sakalin, ai confini della Siberia. Il suo scopo è quello di visitare e indagare il mondo delle carceri («tutto ciò che c'è di terribile nella vita si deposita in qualche modo nelle carceri»), in Siberia, dove i prigionieri vengono deportati e conducono una vita drammatica, e il cui sistema anticipa quello dei campi di concentramento che si vedranno nell'Europa del XX secolo.
Dopo un soggiorno di tre mesi Cechov pubblica uno studio - geografico, sociologico e psicologico - molto documentato. La pubblicazione de "L'isola di Sakalin", nel 1893, avrà per conseguenza l'abrogazione delle punizioni corporali, oggetto della sua denuncia.
Nel 1891 Cechov si reca sia in Francia (dove tornerà per farsi curare nel 1894 e nel 1897), sia in Italia. Nonostante il suo entusiasmo per Firenze e Venezia, ha nostalgia della Russia e della pianura moscovita; acquista nel 1892 una proprietà a Melikhovo, dove riunisce tutta la famiglia.
In questo periodo Scrive "La camera n° 6", "Il Monaco nero", "Racconti di uno sconosciuto" e "Il gabbiano".
Nel periodo 1892–1893 scoppia un'epidemia di colera. Cechov si dedica in modo prioritario alla sua attività medica, che esercita per lo più gratuitamente. Nel frattempo matura il racconto terribile intitolato "Mugichi" (1897).
Nel 1897, la tubercolosi peggiora: deve ammettere la sua malattia, vendere Melikhovo, lasciare i dintorni di Mosca per il clima più secco della Crimea. Va a vivere a Yalta nel 1899, dove cura un nuovo giardino.
La sua malattia non rallenta il suo impegno sociale: fa costruire tre scuole e, nel 1899, dà l'allarme all'opinione pubblica sulla carestia che regna nelle regioni della Volga promuovendo una raccolta di fondi.
Nel maggio del 1901 sposa Olga Knipper, giovane attrice del teatro d'Arte che ha conosciuto tre anni prima in occasione del trionfo de "Il Gabbiano" a Mosca. Mentre Olga lavora a Mosca, Cechov resta solo, esiliato in una regione che non ama.
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Dopo avere assistito al trionfo della sua ultima commedia, "Il giardino dei ciliegi", Cechov si reca in Germania con la moglie, alla ricerca di una possibilità di cura. Anton Cechov muore in viaggio, a Badenweiler, località della Foresta Nera, il 2 luglio 1904, all'età di quarantaquattro anni.
 
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mou
view post Posted on 3/7/2008, 13:47




Grazie anche a te Giù... a volte, leggendo, si imparano cose che si credeva di sapere... almeno a me succede.

Ciao vulcano.
 
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345 replies since 24/5/2008, 09:52   5709 views
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