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Angolo dei fiori, Solare35 ci parla dei fiori

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Solare35
view post Posted on 7/11/2008, 21:11




CITAZIONE (mou @ 23/10/2008, 22:32)
P.S.: Ti andrebbe di scrivere un libro? :D

aMOUr questa tua domanda si è incisa nella mia mente, tanto che mi ha convinto di raccogliere tutte queste notizie ordinatamente in un fascicolo. Dopo giudicherò il risultato finale!!
 
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Solare35
view post Posted on 7/11/2008, 21:33




Questa leggenda è l'ultima
by Rossana


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Il rododendro, rosa delle Alpi

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Il nome di questo fiore deriva dal greco ròdon, che significa rosa, e déndron, che significa albero; dunque, "albero delle rose".
In tedesco il rododendro è chiamato viceversa alpenrose, rosa delle Alpi, perché cresce fino a duemila metri d'altezza, mentre negli Appennini viene chiamato anche "rosa dei morti" perché una vecchissima leggenda narra che fosse nato dal sangue di un giovane che si era ucciso per amore.
La leggenda però più bella di questo fiore narra del principe dei ghiacci, che viveva sereno e tranquillo con la regina madre in un castello posto fra gli alti ghiacciai della catena alpina del Monte Bianco, fino a quando il suo cuore fu preso dall'amore.
Ancora adesso può capitare che, osservando la cima del Monte Bianco nelle notti di luna piena, la si veda risplendere di bagliori dorati; alcuni raccontano che sono le fate, che giocano con palline d'oro, berillo ed acquamarina ; si favoleggia da costoro che la cima del Monte sia d'oro purissimo, celato dai ghiacciai perenni.
Altri invece sostengono che quei bagliori sono quanto si riesce ad intravedere, in condizioni favorevoli, delle torri dorate, svettanti verso il cielo, del castello dove per lungo tempo ha abitato il principe dei ghiacci, e che ormai è abbandonato. Questa è la storia di quel principe.
In un tempo lontano, narrano i vecchi che abitano a ridosso del monte, il luogo era abitato. [SL1]IL castello
era bellissimo, sembrava fatto di cristallo, e nei lunghi corridoi e nelle ampie stanze radiose sembrava di camminare immersi nell'arcobaleno, quando il sole splendeva.
Era impossibile essere infelici in un luogo così bello e il principe, la madre, i numerosi amici che venivano in visita, i servitori fedeli e trattati con umanità e cortesia, persino gli animali erano lieti di vivere in un luogo tanto bello.
Un giorno il principe, che amava molto cacciare, si spinse nell'inseguire la preda ben oltre i confini del suo regno, fino ad arrivare ad una valle sconosciuta, piena di fiori dagli smaglianti colori, dove vide, seduta in mezzo al prato, una bella creatura solitaria e luminosa come una stella. La vita del principe cambiò il suo corso, in quel quieto giorno di primavera, poiché lei lo guardò con occhi così grandi e dolci che il cuore del giovane tremò, e fu smarrito per sempre. Voleva portarla immediatamente nel suo castello fra i ghiacci, e farla sua sposa.
Lei, a sua volta affascinata, scosse il capo piangendo. IL compito che il destino le aveva affidato, portare la primavera, non avrebbe mai potuto sopravvivere in un luogo dove non poteva far nascere e crescere i fiori.
IL principe comprese che il rifiuto di lei era definitivo, e non osò neppure insistere ; così fece ritorno al suo castello col cuore gonfio di tristezza e di nostalgia, lui, che non aveva mai conosciuto, né procurato dolore ad anima viva, ma neanche mai provato lo struggimento del desiderio rimasto inappagato.
La madre regina, che amava moltissimo quel suo figlio tanto bello e buono, una volta saputo il motivo della malinconia che non lo abbandonava mai, cominciò a vagare tra i ghiacci, alla ricerca di una soluzione. Con quelle sue scarpe eleganti e sottili, fatte per camminare sui preziosi tappeti del suo bel palazzo di cristallo e di luce, si trascinò da un capo all'altro del regno, su e giù per i ripidi sentieri, per interrogare una dopo l'altra, tutte le maghe che conosceva, senza badare né alla stanchezza né al dolore, ma senza riuscire a trovare una soluzione. Quando le sue belle scarpe furono consumate, la regina continuò a camminare, senza badare alle piaghe che si aprivano sui piedi ghiacciati e al sangue che cominciava ad uscire da mille piccole ferite. Infine, senza più fiato né speranza e con gli occhi pieni di lacrime dovette risolversi a riprendere la via del suo bel castello di ghiaccio.
IL principe, che l'aspettava con ansia, si accorse meravigliato che ai piedi della madre, là dove era colato il sangue sgorgato dalle tante ferite dei poveri piedi massacrati, erano spuntati innumerevoli fiori rossi come il sangue, mentre dalle lacrime della regina erano sbocciate piccole palline bianche, come quelle che in primavera si vedono sui cespugli dei rododendri.
Fu così che il Castello di Ghiaccio ebbe i suoi fiori, che continuano a sbocciare ancora adesso fino ai duemila metri d'altezza, ed il principe ebbe la sua fanciulla in i sposa, e nel castello tornò la felicità, persino tra nuora e suocera, cosa che raramente accade, anche nei racconti di fate.

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Solare35
view post Posted on 11/11/2008, 14:47




Cercando fra i vari siti questa mattina ho trovato questo simpatico dialogo fra alberi ed ho pensato di postarlo.

La voce degli alberi



Il melo
- Sono io che procuro alla gente il saporito frutto ricco di quelle vitamine che fanno tanto bene specialmente ai bambini. E quante buone marmellate si fanno con i miei frutti.

Il castagno -Nessuno può mettere in dubbio che i miei frutti sono fra i più nutrienti. Sostituiscono perfino il pane per certa povera gente della montagna che non può acquistarlo. E poi, chi non conosce le squisite caldarroste che nei giorni nebbiosi di novebre profumano l'aria?

Il noce - Anch'io porto gioia a grandi e piccini. Quanto sono gustose le mie noci mangiate col pane! E' un fatto: noi alberi da frutto siamo tanto utili e. graditi alla gente. Non siamo come certi alberi che non portano che rami e foglie...

Il pino - Ehi, cosa intendi dire? Alludi forse a noi? Vergognati!

Il noce - Vergognarmi? E perché?

L'abete - Perché se è vero che tu dai alla gente le tue noci, noi diamo ben altro. Siamo o non siamo noi che forniamo il legno per fabbricare i mobili delle case e tanti oggetti necessari?

Il larice - E poi, se non ci fossimo noi, le frane e la neve che scivolano giù dalle cime dei monti formerebbero le valanghe che, con la loro furia, spazzerebbero via le case e rovinerebbero i campi.

L'olivo - Pace, pace, fratelli. Riconoscete di esser tutti utili e fate la pace. Sono io che ve lodico: io, che sono il simbolo della pace.

Il pioppo - Del resto, anch'io. pur non producendo frutti, mi sento utile. Infatti, con il mio legno duro si può fare la carta. Ma tu (rivolgendosi al cocco) da dove vieni? Non ti ho mai visto nelle nostre campagne e nei nostri boschi.

Il cocco - lo vengo dalle terre calde dell'Africa, dell'Asia e dell'America. Sono una pianta provvidenziale. Difatti le mie noci contengono una bevanda bianca che disseta e ristora; dai semi si può estrarre un buon olio; con i gusci delle mie noci si fabbrica una fibra tessile. Insomma, per il viaggiatore dei Paesi caldi io rappresento la vita.

L'olivo - Questa è davvero una novità. Credevo di essere io l'unico produttore di olio. (Poi indicando una specie di fico) E tu da dove vieni? Che cosa ci porti? Mi sembri una pianta di fico, ma non sei un fico come i nostri.

L'albero della gomma - Infatti non sono un fico. Sono l'albero della gomma e posso raggiungere un'altezza di trenta metri. Dalla mia scorza, faccio uscire un liquido prezioso che gli uomini trasformano in gomma e in caucciù. Cresco volentieri specialmente nelle selve del Brasile, nell'America del Sud.

Il cipresso - Vedo che, se non mi faccio avanti, non mi lasciate parlare. Già, voi siete abituati a vedermi nei cimiteri e quindi mi ritenete buono a poco. Eppure vi par poco vegliare il sonno eterno dei poveri morti? Ma che cosa fa qui, in mezzo a noi, quell'arbusto laggiù che non sembra neppure un vero albero.

Il bambù - Si, è vero, non sono un albero grande come siete voi, ma vi assicuro che sono utilissimo. C'è perfino una leggenda sul mie conto. Si racconta che un giorno gli uomini del lontano Oriente chiesero al Signore di mandar loro una pianta che servisse a tutti gli usi. E il Signore mandò il bambù. Cosi, sono diventato il vero amico dei poveri nei Paesi tropicali. Ad essi fornisco il materiale per costruire la casa, il letto, gli attrezzi da lavoro, gli utensili da cucina e tantissime altre cose.

Il melo - Molto bene, amico bambù. Ma ora sentiamo il banano che non ha ancora fatto sentire la sua voce.

Il banano - Eh, già, vedo bene che mi conoscete tutti, anche se non maturo nei vostri Paesi.O meglio, conoscete la bontà delle mie banane che, infatti, vengono esportate dalla mia Africa in tutti Paesi d'Europa. Voi, però, vi accontentate di mangiarle cosi, come ve le vende il fruttivendolo,come un frutto qualsiasi. Per gli indigeni della mia Africa, invece, la banana è uno dei principali alimenti. Essi la mangiano come pietanza, cotta con un po' di sale, oppure fritta nell'olio, oppure ancora trasformata in pane e focaccine. Gli indigeni inoltre utilizzano anche le mie foglie per fame steccati, palizzate, letti e stuoie.

L'abete - Vedo laggiù un albero strano, mai visto nelle nostre foreste. Ci vuoi dire chi sei?

L'albero del vino - Sono l'albero del vino. Già, voi il vino lo fate con i bei grappoli delle vostre uve che pigiate per cavarne il succo. Nell'America Centrale dove vivo io, invece, la vite non alligna.Pensate che cosa significherebbe la mancanza di una buona bevanda in un Paese dal clima torrido che fa bruciare dalla sete. Dovete convenire che la mia presenza è assai utile. Per ottenere una buona bevanda frizzante e leggermente alcoolica, basta che gli indigeni mi abbattano e pratichino nel mio tronco un foro che raggiunga il centro. Fatto questo, debbono collocarmi su un cavalletto con il foro voltato verso il basso. Ed ecco che dal mio interno io lascio sgorgare «il vino» che viene raccolto negli appositi recipienti posti sotto.

Il pero - Sei davvero un albero meraviglioso! Sentiamo ora quello laggiù, tutto nascosto sotto un gran fogliame. Chi sei?

L'albero pagoda - Sono l'albero pagoda e cresco in India. Perché mi chiamo cosi? Ecco: io sono una specie di grassone e posso raggiungere una circonferenza perfino di sei metri, mentre non riesco a superare gli otto metri di altezza. Ma non è questa la mia caratteristica principale. Il fatto più curioso, e anche più provvidenziale, è rappresentato dai miei rami, che sono numerosi e carichi di foglioline cuoriformi molto dure. Essi si piegano verso terra, in senso verticale, e quando raggiungono il terreno vi si fissano mettendovi a loro volta radici. Pian piano diventano poi essi stessi dei tronchi che, ingrandendo, diventano colonne disposte tutte intorno al tronco paterno.Ne nasce una vera e propria « colonnata», completamente coperta dal fitto fogliame, che offre ombra, riparo e perfino abitazione al viandante o all'Indigeno senza tetto. Mi chiamano albero pagoda perché gli indù credono che il loro dio Visnu sia nato sotto. uno dei miei fratelli. E tu (indicando un albero enorme) chi sei?

La sequoia - Sono la sequoia. Certi mi chiamano anche «albero gigante». Vivo in California, e, per trovarmi, bisogna salire molto in alto. Per darvi un'idea della mia grandezza, vi dirò che se uno dei miei rami venisse piantato nel terreno, apparirebbe come un albero alto oltre venti metri e con un diametro di due metri e mezzo. Potete quindi figurarvi l'enormità di tutto il mio insieme.Quando riesco a superare la prima crescita, sono certo di vivere per secoli e di non morire mai di morte naturale. Solo un fulmine potrà essere in grado di schiantarmi. Ma per vedere i miei primi fiori dovrò attendere circa due secoli Il mio legno è tanto resistente da durare in eterno. Perciò viene usato per fame tegole, canali, steccati.

L'olivo - Quali meraviglie ci offre mai la natura!. Come non credere in un Creatore amorevole? lo, l'olivo, non posso dimenticare che Egli ha scelto proprio «l'Orto degli Olivi» per andarvi a pregare e farvisi arrestare; e che fu proprio sul « Monte degli Olivi» che Egli fu crocifisso. Da questi fatti io ho attinto il mio senso sacro; il mio olio, infatti, benedetto il Giovedì santo, serve tutto il resto dell'anno per il battesimo degli adulti, per ungere gli infermi, per confermare nella fede i battezzati per mezzo della Cresima. Sono perciò il simbolo della pace, dell'amore, della forza, del conforto.
 
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giuliana54
view post Posted on 13/11/2008, 16:38




Solare..che meraviglia..mi è piaciuto questo dialogo....dai continua! :D :)
 
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Solare35
view post Posted on 14/11/2008, 16:45




Abbiate un pò di pazienza. Sto facendo delle altre ricerche.

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Solare35
view post Posted on 15/11/2008, 15:17




Navigando sul mio mare preferito, internet, sono approdata in una serie di meravigliosi giardini che ci accingiamo a visitare virtualmente
Iniziamo con

I GIARDINI DELLA LANDRIANA



I Giardini della Landriana si estendono per oltre 10 ettari all’interno di una grande tenuta sul litorale laziale, presso Tor San Lorenzo ad Ardea, a 35 km. a sud di Roma. La caratteristica del giardino è di essere diviso in “stanze”.
Iniziamo la visita

1-Cortile del Carrubo

Nell’ottagono centrale, sotto al carrubo, un denso tappeto di Lippia repens; intorno un insieme originale di arbusti sempreverdi tra i quali spiccano Michelia figo, Banksia serrata, Coprosma lucida e Parasyringa sempervirens.

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2. Viale delle Rose “Bonica”

Sulla sinistra della lunga prospettiva le “stanze” di Rose, trattenute da una siepe di Eyonymus japonicus microphyllus Variegatus; sulla destra cascate rigogliose di Convolvulus sabatius e Polygonum biflorum ed alcuni arbusti assai rari come Colletia cruciata e Budleya altenifolia.

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continua......









 
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Solare35
view post Posted on 15/11/2008, 15:37




Chiedo umilmente scusa perchè nella pagina precedente ho inserito 2 immagini perchè ricordavo male il regolamento. Ora l'ho ripassato ed ho notato che solo una immagine è ammessa. Vorrà dire che per portare a termine questa nostra visita ci vorrà più tempo del previsto.

Per una visita reale è prevista un'ora...........

I GIARDINI DELLA LANDRIANA



3. Giardino delle Eriche


Una piccola giungla di delizie, tappezzata di mille eriche con molte piante australiane.

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continua.......
 
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Alaperta
view post Posted on 15/11/2008, 15:43




Il nostro Castello si arricchisce sempre di più con le bellissime informazioni di Solare.

Grazie!!! :wub:
 
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Solare35
view post Posted on 15/11/2008, 16:38




Ho trovato le piante di ogni giardino

I GIARDINI DELLA LANDRIANA

1-Cortile del Carrubo


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Lippia repens



I GIARDINI DELLA LANDRIANA
1-Cortile del Carrubo


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Michelia figo



I GIARDINI DELLA LANDRIANA
1-Cortile del Carrubo


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Banksia serrata

 
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Solare35
view post Posted on 15/11/2008, 20:58




I GIARDINI DELLA LANDRIANA
1-Cortile del Carrubo


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Coprosma lucida



 
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Solare35
view post Posted on 15/11/2008, 21:37




I GIARDINI DELLA LANDRIANA
1-Cortile del Carrubo


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Parasyringa sempervirens.

 
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Solare35
view post Posted on 15/11/2008, 22:29




I GIARDINI DELLA LANDRIANA
2. Viale delle Rose “Bonica”


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Euonymus japonicus microphyllus Variegatus



I GIARDINI DELLA LANDRIANA
2. Viale delle Rose “Bonica”


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Convolvulus sabatius

 
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Solare35
view post Posted on 16/11/2008, 14:06




I GIARDINI DELLA LANDRIANA
2. Viale delle Rose “Bonica”


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Polygonum biflorum

 
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Solare35
view post Posted on 16/11/2008, 15:22




I GIARDINI DELLA LANDRIANA
2. Viale delle Rose “Bonica”


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Colletia cruciata.




I GIARDINI DELLA LANDRIANA
2. Viale delle Rose “Bonica”


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Budleja altenifolia.

 
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Solare35
view post Posted on 16/11/2008, 16:48




I GIARDINI DELLA LANDRIANA



3. Giardino delle Eriche


Una piccola giungla di delizie, tappezzata di mille eriche con molte piante australiane.


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1031 replies since 17/6/2008, 13:26   145343 views
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