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Angolo dei fiori, Solare35 ci parla dei fiori

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Solare35
view post Posted on 20/12/2008, 16:44




Ho trovato altri scorci della Parco di Villa Ormond molto caratteristici.Però non hanno alcun nome.

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Solare35
view post Posted on 22/12/2008, 18:31




Blue Rose

Dolce brezza, "poesia".

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Quanto, ahimè, avria desiderato
essere vento, oppur dolce brezza,
che, pur sospinto dall'ignoto fato,
il biondo crine, che cinge bellezza,

con lieve soffio di fior profumato
e acre resin di pini silvestri,
indi rismosso, io avria toccato,
incantato sì dagli aulenti nastri.

Ed il suo viso, che nulla ha notato,
ancor sfiorato da ‘nvisibil mano
molto dolcemente avria baciato;

sarìa poscia alfine trasportato
per altro vento ch'ello mi allontana
di molto, lungi da un simil fato.

Ber si vorria di te tosto,
Dissetar l'arsura al fonte,
attinger al dolce posto,
la essenza di tua vita,
l’'odorosa linfa c'olia,
il ben che Amor condisce

Oh, spietato Inverno,
non temo il tuo gelo!
Colei che mi pensa,
Riscalda ed incendia il mio cuore.
Oh Primavera, tu sei la lettera che io le scrivo...

Gentil come di rose 'n fior,
Parol di tua voce tingi,
di petalo la pelle ancor,
a te il mio cuor sospingi,
non sol di te vorria un'or,
Di vita l'inter costringi.

Gustar vorrei la tua carne,
posseder nuda qui accanto,
la tua anima vibrante,
che vorace di parole,
s'appresta a teneri istanti,
che Amore e versi richiede.

Lievi dita in man tua colgo,
Prendi me a te i salgo,
Soave 'l viso in te i scorgo,
A te Amor 'l cor i volgo,
Accogli 'l mio esser gramo,
fra le strofe scritto è 'T'AMO'

Castel che Regin attende,
Te sol Pensier Costante,
Vin chel dì inebria sai?
Liquor che gusto affianca ormai,
Sei Tu Donna mia diletta,
Per Te Amor il cuor s'affretta.

Amore con amor s’accorda,
viver lungi ancor si deve,
ma ‘l mio cor, lo sai, non scorda,
del candor tuo bianco neve,
star insieme noi dobbiamo,
perché vero è che t’amo.

Gentil note or tu possiedi,
Mi Re Fa si fan chiamare,
Ti saran sempre fra i piedi,
Mancheran non, farsi d'amare,
Lor DIN DAN ogn'or ti dia,

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Edited by Solare35 - 28/12/2008, 17:09
 
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giuliana54
view post Posted on 22/12/2008, 19:07




Solare che meraviglia.. :wub: ! :throb.gif:
 
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Alaperta
view post Posted on 27/12/2008, 00:18




Sol! Smack!
 
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Solare35
view post Posted on 28/12/2008, 17:06




SANREMO

PARCO MARSAGLIA

Attualmente chiuso al pubblico.



Per gli appassionati uno dei giardini più interessanti della Città, data la moltitudine di essenze esotiche presenti.
Entrando dal cancello principale si ammira un magnifico esemplare di Encephalartos altensteinii per poi proseguire verso eleganti palme quali le Syagrus romanzoffiana, tipiche del Brasile,

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la Howea forsteriana, la mastodontica Jubea chilensis (J. spectabilis), gigante del Cile;

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Chamaerops humilis, Cycas revoluta,

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Araucaria, Oreopanax,

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Livistona australis (Corypha australis), Dracaena draco,

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Sabal minor, Dasylirion, ecc.

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Il parco presenta una suggestiva e significativa immagine di quello che poteva essere Sanremo prima della seconda guerra mondiale. Il giardino circondava una residenza privata di assoluto prestigio: la grande villa detta il "castello Marsaglia", fatta erigere da Giovanni Marsaglia, celebre uomo d'affari. La famiglia Marsaglia, di origine torinese, appare una delle presenze più importanti nel contesto sociale sanremese alla fine del XIX secolo. I suoi migliori esponenti sono proprio i fratelli Ernesto e Giovanni Marsaglia. L’ingegner Ernesto è stato deputato e senatore del Regno d’Italia. L’ingegner Giovanni, invece, si era occupato della costruzione di grandi gallerie, comprese quelle della ferrovia lungo la costa ligure (completata nel 1871). Il suo nome è legato a modifiche dei piani urbanistici della città ed alla messa in opera di un poderoso acquedotto che risolse i problemi di approvvigionamento idrico del centro turistico dopo il 1883. Le diverse proprietà Marsaglia, a monte dell’attuale Corso Imperatrice si impreziosiscono dell’imponente “castello” nel 1882, quando viene completato in base ai progetti dell’architetto Pio Soli (Castelnuovo Scrivia, 1847–Sanremo 1906).
L’edificio era sorprendente: torri, merlature e motivi neogotici e neorinascimentali si affiancavano in un complesso candido che si stagliava tra il verde del parco, di fronte al mare. L’interno era arredato in modo impeccabile, con opere di prestigiosi artisti contemporanei: Paolo Trubetzkoy, Edoardo de Albertis, Odoardo Tabacchi, Domenico Trentacoste e persino Jean–Baptiste Carpeaux, l’acclamato scultore francese amico dell’architetto dell’Opéra, Charles Garnier.
La demolizione del “castello” nell’immediato dopoguerra, in seguito ad abbandono e ai danni bellici, con il conseguente smantellamento degli arredi, comporta il passaggio dello spazio verde all’amministrazione comunale, mentre a monte vengono costruiti palazzi moderni. All’interno del parco viene ricavato un Auditorium, dedicato al musicista Franco Alfano, ospite di Sanremo (1875–1954). Fortunatamente rimane piuttosto integro il sistema progettuale del parco, definito da viali comodi e ampi, con curve ben calcolate in grado di proporre squarci panoramici sempre variati, secondo l’uso del tardo Ottocento. La notevole vegetazione presente, ricca anche di rari esemplari richiama il fascino della foresta tropicale.

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Va inoltre segnalata la possibilità di concepire il parco inserito in un piano di continuità molto ampio, che coinvolge anche le aree verdi dei grandi alberghi vicini.
 
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Solare35
view post Posted on 29/12/2008, 15:20




Oggi vi voglio rallegrare con quallche camelia.

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Alessandro Carmine / Amplexicaulis

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Amplexicaulis

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Amplexicaulis

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Anemoniflora Rubra / Angelina Cocchi

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Anticipation / Apple Blossom

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April Blush / Asagao

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Asahi No Mai



Edited by Solare35 - 29/12/2008, 16:17
 
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Solare35
view post Posted on 30/12/2008, 19:19




Navigando, navigando ho trovato altre notizie riguardanti i nostri amati fiori. Forse ci sarà qualche ripetizione di quanto scritto in precedenza ma mi sembra che ci siano anche delle novità. Speriamo bene!!!!!

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ABC dei Fiori

Tutte queste notizie sono state trovate in vari siti web e da me riportate qui

Anemone



L’anemone comprende oltre cento specie. Molte fioriscono a tarda estate e colorano l’autunno fino alla fine di ottobre. E’ un’erbacea perenne di origine nostrana che appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee, una pianta da giardino molto decorativa e abbastanza facile da coltivare: sopporta il freddo e predilige il sole o una leggera ombra filtrata, prosperando in terreni neutri o lievemente acidi. A differenza della pianta, i fiori, che coprono una notevole gamma cromatica, sono invece estremamente fragili. Di qui l’etimologia del nome, che in greco significa “fiore del vento”.
Delle numerose specie posso segnalarne la minima parte.
La specie più diffusa in Europa è l’anemone bianco Anemone nemorosa,

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caratterizzato da foglie profondamente incise e da fiori solitari, formati da 6-8 petali bianchi (o dai bordi rosati) che sbocciano da aprile a maggio. Anemone dei boschi, a petali bianchi, appartiene alla specie di flora protetta di cui è vietata la raccolta in provincia di Cremona.
L’anemone giallo Anemone ranunculoides

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produce fiori gialli, formati da 5 petali, e foglie quasi verticillate e appartiene alla specie di flora protetta di cui è vietata la raccolta in provincia di Cremona e di Varese
La pulsatilla comune Anemone pulsatilla o Pulsatilla vulgaris

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predilige i terreni calcarei e cresce soprattutto su prati poveri e scarpate sassose; ha un fusto visibilmente peloso e produce grandi fiori, campanulati e violacei, che sbocciano da aprile a maggio.
L’Anemone coronaria

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è una delle specie più ampiamente coltivate a scopo ornamentale in tutto il Nord America. E’ l’anemone dei giardini per eccellenza; secondo alcuni è originario dell’Oriente ed è presente in Dalmazia, Grecia (quindi senz’altro anche a Tanagra), Turchia (forse Pausania era nato in Lidia), Asia occidentale e si è naturalizzato nella regione mediterranea occidentale.
L’Anemone ranunculus asiaticus,

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capostipite delle moderne varietà coltivate di ranuncoli, è spontaneo a Creta, Cipro, Arcipelago dell’Asia Minore, Siria, Persia, Egitto e Libia. Tutti i ranuncoli contengono succhi spesso dannosi per la presenza di anemonina, posseduta anche dall’anemone, sostanza irritante in grado di causare gravi dermatiti.
L’Anemone japonica,

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una varietà giapponese, fiorisce in autunno ed è anch’essa coltivata come specie ornamentale.
L’Anemone hortensis

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anemone stella o anemone dei campi - è una pianta erbacea perenne, che fiorisce da febbraio ad aprile, è uno dei più comuni nei nostri prati., E’ presente in tutta l'Italia, isole comprese, sino alla Via Emilia al Nord della quale è assente. Sul Gargano vegeta dovunque dal piano sino alla montagna, e lungo le rive dei fiumi e dei torrenti che solcano la valle trevana, come il torrente Tatarena.
Ha generalmente 15 petali, di colore roseo-violaceo, strettamente lanceolati.
Hepatica nobilis Miller, anemone epatica o erba trinità –

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è una piccola pianta, alta fino a 15 cm, con fiori solitari viola, o rosa, raramente bianchi, larghi 2-3 cm, con numerosi stami.
Le foglie, trilobate a margine intero, hanno la pagina superiore verde e quella inferiore violacea.
È una pianta tipica dei suoli calcarei. Nella tradizione si riteneva che questo tipo di anemone fosse utile nella guarigione delle malattie del fegato, per la somiglianza del colore delle pagine inferiori delle foglie con questo organo.
Anemone apennina,

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che abbonda nei boschi tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera
L’Anemone narcissifolia L. (anemone narcisina)

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appartiene alla specie di flora protetta di cui è vietata la raccolta in provincia di Bergamo

Significato del fiore
La durata effimera dell’anemone unita al suo fascino delicato giustifica la particolare simbologia del fiore, che è insieme dolore e speranza. L’anemone è il fiore del conforto che indica la luce alla fine del tunnel. L’omaggio giusto per allietare la convalescenza
 
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Solare35
view post Posted on 31/12/2008, 19:52




ABC dei Fiori
Azalea


L’azalea appartiene alla famiglia dei rododendri ed è pianta di origine orientale.

Approda in Europa nel 1600 e si diffonde molto rapidamente perché non è solo bella ma anche robusta e adattabile. E’un cespuglio compatto, sempreverde, molto decorativo, che in primavera e per diverse settimane si copre interamente di fiori. Ne esistono numerose varietà e di tantissimi colori, tinta unita e variegate, per accostamenti di notevole impatto visivo. Anche se necessita di terreno acido e cresce lentamente, non richiede grande manutenzione, si coltiva molto facilmente tanto in terra piena che in vaso, non teme eccessivamente il freddo e non ama il sole pieno. Per questo si trova bene tanto in appartamento che in giardino.

L’azalea non costituisce un genere a sé ma rientra nel genere dei rhododendron. Tale genere si divide in due gruppi: i rododendri, grandi arbusti sempreverdi o decidui, e le azalee, arbusti nani sempreverdi, a foglie verdi, oppure piccoli e decidui. Fino a pochi anni fa si credeva erroneamente che fossero due specie distinte, ma in realtà sia azalee che rododendri fanno parte di un unico genere. Hanno taglia media; i sottili fusti, semilegnosi, sono densamente ramificati, e danno origine ad arbusti tondeggianti o allungati; le foglie sono ovali, di colore verde scuro, ruvide e leggermente cuoiose; in primavera, prima che spuntino le foglie, producono numerosi fiori a trombetta, riuniti in mazzetti, all'apice dei rami, di colore rosato, rosso o bianco; esistono numerosissime indica ed ibridi,

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Azalea senza nome / Azalea aline
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Azalea aquarel / Azalea athena
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Azalea donatine / Azalea feuerzauber
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Azalea hino crimson / Azalea hogi kasane
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Azalea irish lace / Azalea kirin
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Azalea janique / Azalea janique 1
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Azalea koli / Azalea kure no yuki
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Azalea lissi / Azalea m. kint
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Azalea maryke / Azalea nazarena
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Azalea nina / Azalea ostalette
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Azalea panfilia / Azalea remembrance
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Azalea rex / Azalea sachsenstern
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Azalea scherrer / Azalea stella maris
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Azalea tamira / Azalea tepestry / Azalea theo



e negli ultimi anni sul mercato sono presenti anche azalee di colore lilla o azzurrato. Le varietà sempreverdi temono leggermente il freddo, si coltivano quindi come piante da appartamento; le varietà a foglia caduca o semisempreverdi si coltivano invece in giardino.
In Italia si possono ammirare notevoli coltivazioni di rododendri e azalee ornamentali, nella zona dei laghi prealpini, negli splendidi giardini di Villa Taranto, Villa Carlotta e Villa Serbelloni

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Villa Taranto / Villa Serbelloni
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Villa Carlotta



Tra il gruppo delle Azalee, coltivate industrialmente, ricordiamo l’ Azalea R. indicum

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a foglie persistenti, e le numerose specie, ibridi e varietà, a fiore doppio, originarie della Cina b e del Giappone, come le Azalee R. phoeniceum, R. mucronatum, R. simsil, R. obtusum.

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Tra le Azalee a fogliame caduco, ricordiamo, l’Azalea pontica

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originaria dell'Asia minore, con fiori campanulati, semplici, grandi di colore giallo o arancio, che sbocciano prima della ripresa vegetativa, l’ Azalea mollis

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originaria di Cina e Giappone, con fiori di colore rosso-purpureo o giallo con fioriture primaverili, e l’Azalea R. nudiflorum

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originaria del Nord America.

L'Azalea è una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi soprattutto per il nettare di cui sono particolarmente ricche. Alcune specie di Azalea sono però velenose come ci riporta Plinio che riferisce di un'intossicazione dei soldati dell'esercito romano, durante la campagna asiatica, provocata da miele di specie velenose di Azalea.

Significato del fiore

Simbolo cinese della femminilità, presso di noi l’azalea è un augurio di buona fortuna. E’ quindi il regalo giusto in occasione di esame, di un colloquio, di una prova importante.

Ed io chiudo questo argomento augurando BUONA FORTUNA A TUTTI VOI con questo omaggio

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Edited by Solare35 - 24/3/2009, 16:55
 
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Solare35
view post Posted on 2/1/2009, 19:26




ABC dei fiori
Begonia


Questa bella pianta tropicale conserva aspetto e animo caraibici. Ha bisogno di sole, caldo e umidità, celebra tutta l’estate con una fioritura vaporosa, abbondante e coloratissima, non sopporta i rigori invernali, preferisce un terreno ricco, meglio se di torba e fogliame. Tuttavia è molto facile da coltivare, anche perché la varietà delle specie, con relative differenze botaniche, è davvero notevole. Questa versatilità consente di ottenere buoni risultati tanto in vaso che in terra piena, ricordando comunque sempre di annaffiare con frequenza e vaporizzare le foglie in estate. Le begonie tuberose sono tra le più belle. Amatissime dai collezionisti e disponibili per l’appunto come bulbi (da interrare tra febbraio e marzo) piante o semi, a partire da giugno regalano spettacolari fiori a piumino, con enormi corolle soffici di grande resa scenica.

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Alla famiglia delle Begoniaceae appartengono più di mille specie tutte originarie delle zone tropicali e subtropicali dei due emisferi e circa 10.000 cultivar ed ibridi

BEGONIE CULTIVAR
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1 Begonia 'Rosa Champagne' 2. Begonia 'Re Argento' 3. Begonia 'Roi de Rose'
4. Begonia 'Cina Curl' 5. Begonia 'Regal Minuetto' 6. Begonia 'Rocheart'
7. Begonia 'Midnight Magic' 8. Begonia 'Escargot' 9. Begonia 'Mare Serpente'
10 Begonia 'Silver Cloud' 11. Begonia 'Dewdrop' 12 . Begonia 'Fuochi d'artificio'
13. Begonia 'Ironstone' 14. Begonia 'Carolina Moon' 15 Begonia 'Helen Lewis'
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Begonie cultivars
image image Begonie cultivars


BEGONIE IBRIDE
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Begonie ibride
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Begonia ibrida lorena


Le begonie cultivar ed ibride rappresentano la quasi totalità della famiglia delle Begoniaceae.
Il genere Begonia è suddiviso in tre grandi categorie a seconda del tipo di radice:

Begonie con radice rizomatosa:


Sono piante sempreverdi e la loro particolarità è la presenza di un rizoma al posto della radice vale a dire un fusto perenne sotterraneo funzionante come organo di riserva. Le foglie sono variamente colorate. I fusti sono striscianti ed i fiori sono poco appariscenti;

Begonie con radice tuberosa:


sono piante caratterizzate dall'avere la radice formata da un grosso tubero nerastro. In genere sono piante annuali (ci sono anche le forme perenni) e producono fiori molto grandi, semplici o doppi e molto colorati.

Begonie con radice fascicolata:


sono piante sempreverdi e la loro particolarità sono le radici fascicolate o affastellate (vale a dire le radici secondarie di primordine si accrescono tanto quanto la radice principale). Alcune Begonie di questo tipo sono arbustive altre hanno un andamento strisciante ma tutte producono fiori a pannocchia.
Le caratteristiche comuni di tutte e tre le categorie sono le foglie che crescono asimmetriche e alternate lungo il fusto carnoso e provvisto di grossi nodi ed il fatto che sono piante monoiche, vale a dire che i fiori maschili ed i fiori femminili sono sulla stessa pianta e diversi tra loro.
I fiori maschili sono di solito più appariscenti e formati da quattro tepali (nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli elementi che costituiscono il fiore sono detti tepali), di diverse dimensioni a due a due; i fiori femminili sono invece formati da quattro tepali uguali tra loro e con un ovario dal quale, una volta fecondato, si origina un frutto che prende il nome di capsula a forma triangolare contenente molti semi di piccole dimensioni

PRINCIPALI SPECIE


Il genere Begonia è ricchissimo di specie, tra le quali ricordiamo

BEGONIE RIZOMATOSE
BEGONIA MASONIANA

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La Begonia masoniana è originaria della Cina.
Presenta le foglie pelose, di colore verde scuro con delle strisce bruno - porpora che formano una croce.
Ha i fusti carnosi, rossi, e ricoperti da numerosi peli bianchi. Raramente fiorisce.

BEGONIA REX
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La Begonia rex, è sicuramente la Begonia più conosciuta.
Il suo paese di origine è l'Assam (stato a nord est dell'India).
La sua particolarità sono le foglie, variamente colorate, ricoperte da una fine peluria che la rendono unica nel suo genere.
Fiorisce molto raramente da giugno a settembre producendo dei piccoli fiori bianchi di scarso effetto decorativo.

BEGONIA VERSICOLOR
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La Begonia versicolor ha origine dalla Cina e presenta le foglie di un bel verde scuro con disegni argentati e bronzei.

BEGONIE TUBEROSE
BEGONIA CLARKEI

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La Begonia clarkei, è originaria dell'America meridionale con fiori di colore rosa che sbocciano d'estate.

BEGONIA PEARCEI
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La Begonia pearcei anche lei ha origine dall'America meridionale e la sua particolarità sono i suoi straordinari fiori che sbocciano d'estate.

BEGONIA SOCOTRANA
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La Begonia socotrana è originaria dell'isola di Socotra (Oceano indiano) e raramente si trova in commercio ma merita di essere menzionata in quanto ha dato origine a numerosissimi ibridi a fioritura invernale quali le Begonie Lorena e le Begonie Hiemalis.

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Sono begonie alte circa 40 cm con fiori molto larghi e molto colorati che sbocciano in pieno inverno.

BEGONIA EVANSIANA
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La Begonia evansiana è originaria dell'Asia orientale. Ha le foglie di colore verde molto intenso e produce dei piccoli fiori rosa, da giugno a settembre-ottobre.

BEGONIE FASCICOLATEBEGONIA METALLICA
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La Begonia metallica deve il suo nome al colore delle foglie di un bel verde metallico. La sua origine è il Brasile

BEGONIA SEMPERFLORENS
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La Begonia semperflorens è una pianta originaria del Brasile. Non raggiunge mai dimensioni ragguardevoli, al massimo 40-50 cm. La sua particolarità sono i fiori, variamente colorati, bianchi, rossi o rosa. Fiorisce da giugno ad ottobre. Questa Begonia è perenne ma viene di solito coltivata come pianta annuale.

BEGONIA VENOSA[
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La Begonia venosa è originaria del Brasile ed è una pianta succulenta. I fiori sono bianchi e le foglie ed i fusti sono ricoperti ha una peluria biancastra.
Qualche curiosità sulle Begonie
Il nome Begonie fu dato a questa pianta da Linneo in onore di Michel Begon, governatore di Santo Domingo ed amante della botanica. Le begonie provengono dalla fascia tropicale e sub-tropicale del mondo, in America, Africa e Asia.
Le specie di begonie diverse sono alcune centinaia, e le caratteristiche variano anche molto da specie a specie, anche se hanno in comune la facilità di riproduzione. Le dimensioni variano addirittura da 10 cm ad oltre tre metri di altezza, ed anche il portamento può essere eretto, ricadente o rampicante.

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Begonia acontifolia e coccigea / Begonia hardy white
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Begonie Cleopatra
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Begonia tamaya
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Begonia bonfire / Begonia coralina
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Begonia fiorita / Begonia hardy
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Begonia marmorata / Begania red cascade
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Begonie semper flores
Significato del fiore


Ancor oggi in molti paesi sudamericani la begonia significa ricchezza e prosperità ed è, perciò, regalo di buon auspicio a protezione della casa.
Qui da noi, invece, invita a stare all’erta: se regalata suggerisce di guardarsi le spalle. Molto adatta per confessioni velate.

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Edited by Solare35 - 24/3/2009, 16:59
 
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giuliana54
view post Posted on 2/1/2009, 20:46




grazie :throb.gif: Solare..non conoscevo la begogna..e non ne ho mai ricevuta una..
 
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Solare35
view post Posted on 4/1/2009, 18:15




ABC dei Fiori
Bocca di leone
Antirrhinum majus


La bocca di leone è da sempre una pianta di casa nostra e i suoi fiori complicati e particolarissimi ben ne spiegano il nome. E’ un'erbacea perenne, che si allunga in splendidi steli fioriti e può essere coltivata anche come pianta annuale, perché cresce rapidamente ed è facile da coltivare. Le bocche di leone regalano abbondanti fioriture profumate da giugno fino a fine autunno, coprendo tutte le nuances del rosso, del giallo e del rosa.

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Questa pianta è rustica nel nostro paese, resistendo a temperature di alcuni gradi al di sotto dello zero, ma solitamente viene coltivata come annuale in quanto si sviluppa velocemente ma ha vita breve. Il fusto è carnoso, lignificato alla base, e può raggiungere i 100-120 cm di altezza; le foglie sono lanceolate, verde scuro. La particolarità di questa pianta sta senz'altro nei fiori, parzialmente tubolari, con due labelli, che si aprono premendo il fiore ai lati, ricordando la Bocca di un leone o di un drago, sbocciano su lunghe spighe; esistono anche varietà bicolori e screziate. Il fiori lasciano il posto a baccelli legnosi che contengono numerosi semi fertili. Per avere fioriture più abbondanti levare gli steli di fiori appassiti, si consiglia anche di cimare le giovani piante per ottenere una crescita più compatta.
Bocca di leone comune (nome scientifico Antirrhinum majus) è una piccola pianta perenne (annuale o bienne), erbacea (non più alta di 50 - 80 cm) a carattere cespuglioso, dai fiori profumati, che cresce sui muri e sulle rupi della regione mediterranea.

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Il genere Antirrhinum comprende una quarantina e più di specie sia perenni che annuali.

Antirrhinum majus
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risulta comunque la più diffusa nelle regioni mediterranee ed insieme ad altre tre
Antirrhinum latifolium Miller Bocca di Leone gialla
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Antirrhinum siculum Miller Bocca di leone siciliana
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Antirrhinum tortuosum Bosc Bocca di Leone cespugliosa
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sono le uniche specie del genere spontanee sul nostro territorio.


A causa dell’intenso utilizzo come pianta decorativa si sono create moltissime varietà. Queste ultime possono dividersi in due categorie : la varietà “nanum”

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con una quarantina di sfumature diverse di colori e la varietà “pumila” con una ventina di sottotipi diversi.
In Europa sono segnalate 5 sottospecie:

Antirrhinum majus subsp. majus L.: si trova nella Francia meridionale, e a nord-est della Spagna.
Antirrhinum majus subsp. cirrhigerum (Ficalho) Franco: si trova nel Portogallo meridionale, e a sud-ovest della Spagna
Antirrhinum majus subsp. linkianum (Boiss. & Reut.) Rothm.: si trova nel Portogallo occidentale (specie endemica).
Antirrhinum majus subsp. litigiosum (Pau) Rothm. : si trova nella Spagna sud-orientale.
Antirrhinum majus subsp. tortuosum (Bosc) Rouy.
Antirrhinum latifolium Miller - Bocca di Leone gialla: si trova (Piemonte, Liguria e Toscana), e si distingue dalla nostra specie per le foglie di forma ovato – lanceolate molto più larghe

Purtroppo di queste specie non ho trovato immagini


Significato del fiore


Forse per la forma dei suoi fiori, strana quanto attraente, la bocca di leone è il simbolo del capriccio e del rifiuto mirato. Quindi l’omaggio floreale più indicato per esprimere “sincero disinteresse” in modo garbato e originale.

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Petalo Rosso e la Bocca di Leone
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C'era una volta un petalo rosso, portato dal vento ai piedi di una bocca di leone. La bocca di leone lo guardò con curiosità e lo trovò molto diverso dagli altri petali che già conosceva. Era raggiante, puro e premuroso, tanto che cominciò a parlargli giorno e notte e si stupiva quanto fosse piacevole chiacchierare con lui, si meravigliava di come le sue parole fossero le stesse che lei aveva sempre pronunciato ad altri e che sempre aveva pensato. Il petalo, dal canto suo, incrementava sempre più i momenti di conversazione con la bocca di leone, ma avrebbe voluto guardarla più da vicino, il suo fusto alto e legnoso non gli permetteva di conoscerla come lui avrebbe desiderato. E così un bel giorno chiese aiuto al suo amico vento e si fece portare in cima allo stelo. Ah che sensazioni, ora sì che si ragionava, com'era bella e come gli piaceva guardarla da vicino mentre le parlava. La bocca di leone era contenta del suo nuovo amico premuroso, che le ripeteva sempre di essere così fortunata ad averlo incontrato, ma lei perplessa pensava che fortuna potrei avere ad incontrare un petalo portato dal vento?
I giorni passavano e il petalo, quando poteva, ritornava sulla bocca di leone e godeva del sole e dell'aria fresca che baciavano la cima della sua nuova amica e che la sua amica portava nella sua esistenza di petalo ramingo. E le ripeteva quanto fosse fantastica e fortunata.
Poi una mattina, al suo risveglio, la bocca di leone non vide più il petalo accanto a sè. Si guardò intorno e lo scorse un po' più lontano. Continuava a parlargli, ma non più tanto spesso. Il petalo continuava a dire che non era cambiato nulla, ma aveva solo bisogno dei suoi spazi perchè, si sa, un petalo è qualcosa di così delicato che non può essere tenuto per tanto tempo vicino, altrimenti si stropiccia e avvizzisce. La bocca di leone per sua natura era sempre stata comprensiva e meno che meno voleva metter catene o guinzagli..
Poi un giorno, all'improvviso, la bocca di leone fu svegliata dalla presenza del petalo, così vicino ma così vicino come mai avrebbe pensato potesse accadere. E invece era accaduto. Che bello avere di nuovo accanto il suo amico petalo rosso. Rimasero così a contemplare la Luna piena, senza pensieri, nè domande o richieste.
Al suo risveglio la bocca di leone si sentiva già sola, e sola in realtà lo era. Il suo amico era sceso dal fusto e riusciva a mala pena a scorgerlo in lontananza. Le chiacchierate ormai erano solo un ricordo, e pochi divennero i momenti in cui riusciva a ricevere notizie del petalo, finchè un giorno non lo vide più, non lo sentì più, senza una spiegazione, senza un saluto. Il vento se l'era portato via. La bocca di leone cercò di capire il perchè, ma forse era più semplice di quanto potesse mai pensare: era solo un petalo come gli altri e nulla di più..

Perchè a volte dire quello che si pensa è sinonimo di cattiveria..
Perchè a volte l'egoismo che si dimostra in alcune situazioni fa capire tante ma tante cose..
Perchè a volte l'incoerenza negli atteggiamenti rivela solo che tutto era già previsto e progettato..
Perchè a volte basta solo un po' di sincerità in più..
Il resto sono solo parole.
Anonimo



Edited by Solare35 - 24/3/2009, 17:09
 
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Solare35
view post Posted on 5/1/2009, 15:49




ABC dei Fiori
Bucaneve


E’ detto “stella del mattino” perché è uno dei primi fiori a spuntare dalla terra dopo l’inverno. La tradizione cristiana associa il Bucaneve alla candelora,
il 2 febbraio, giorno della purificazione della Madonna
. Inoltre una leggenda racconta che Eva e Adamo, una volta cacciata dal Paradiso Terrestre, furono trasportati in un luogo gelido, buio e dove era sempre inverno. Eva ben presto fu presa dallo sconforto e dal rimpianto, non accettava l’idea di vivere in quelle condizioni; un angelo avuta compassione di lei, si dice, che prese un pugno di fiocchi di neve, vi soffiò e ordinò che si trasformassero in boccioli una volta toccato il suolo. Eva, alla vista dei bucaneve, prese forza e si rianimò.

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I suoi fiorellini candidi fanno capolino negli ultimi scampoli dell’inverno, da fine gennaio fino ai primi di marzo, come un delicato preludio al risveglio della natura. Il bucaneve cresce spontaneo nel sottobosco umido, ma si adatta bene anche nei giardini o in vaso, purché collocato in un posto mediamente ombroso e riparato dal sole estivo. I suoi bulbi vanno piantati all’inizio dell’autunno e non ha particolari esigenze; si coltiva facilmente in ogni tipo di terreno, ama una leggera umidità, resiste più che bene al freddo e si sviluppa rapidamente. Se a suo agio, si espande generosamente, insediandosi come gradito ospite fisso.

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Significato del fiore


Secondo leggenda popolare i bucaneve sono nati della pietà angelica, per rincuorare Eva cacciata dall’Eden. Del resto, proprio per le sue caratteristiche, il bucaneve è sinonimo di speranza e nuova vita. Omaggio gradito per festeggiare nascite, traslochi, nuovi propositi e cambiamenti esistenziali!
I Bucaneve sono il simbolo della vita e della speranza.


Edited by Solare35 - 24/3/2009, 17:12
 
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giuliana54
view post Posted on 6/1/2009, 09:15




Solare :wub: grazie..
 
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Solare35
view post Posted on 6/1/2009, 15:10




ABC dei Fiori
Il bucaneve

di Andersen
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Era inverno, l'aria era fredda, il vento tagliente, ma in casa si stava bene e faceva caldo; e il fiore stava in casa, nel suo bulbo sotto la terra e sotto la neve.
Un giorno cadde la pioggia, le gocce passarono attraverso la coltre di neve fino alla terra, toccarono il bulbo del fiore, gli annunciarono il mondo luminoso di sopra; presto il raggio di sole, sottile e penetrante, passò attraverso la neve fino al bulbo e bussò.
"Avanti!" disse il fiore.
"Non posso" rispose il raggio, "non ho abbastanza forza per aprire, diventerò più forte in estate".
"Quando verrà l'estate?" domandò il fiore, e lo domandò ancora ogni volta che un raggio di sole arrivava laggiù. Ma doveva passare ancora tanto tempo prima dell'estate, la neve era ancora lì e ogni notte l'acqua ghiacciava.
"Quanto dura!" disse il fiore. "Io mi sento solleticare, devo stendermi, allungarmi, aprirmi, devo uscire! Voglio dare il buongiorno all'estate, sarà un tempo meraviglioso!".
Il fiore si allungò e si stirò contro la scorza sottile che l'acqua aveva ammorbidito, la neve e la terra avevano riscaldato, il raggio di sole aveva punzecchiato; così sotto la neve spuntò una gemma verde chiaro, su un gambo verde, con foglie grandi che sembravano volerla proteggere. La neve era fredda, ma tutta illuminata, ed era così facile passarci attraverso, e sopraggiunse un raggio di sole che aveva più forza di prima.
"Benvenuto, benvenuto!" cantavano e risuonavano tutti i raggi, e il fiore si sollevò oltre la neve nel mondo luminoso. I raggi lo accarezzarono e lo baciarono, così si aprì tutto, bianco come la neve e adorno di striscioline verdi. Piegava il capo per la gioia e l'umiltà.
"Bel fiore" cantavano i raggi, "come sei fresco e puro! Tu sei il primo, l'unico, sei il nostro amore. Tu annunci l'estate, la bella estate in campagna e nelle città. Tutta la neve si scioglierà; i freddi venti andranno via. Noi domineremo. Tutto tornerà verde, e tu avrai compagnia, il lillà, il glicine e infine le rose; ma tu sei il primo, così delicato e puro!".
Era proprio divertente. Era come se l'aria cantasse e risuonasse, come se i raggi di sole penetrassero nei suoi petali e nel suo stelo; lui era lì, così sottile e delicato e facile a spezzarsi, eppure così forte, nella sua giovanile bellezza, era lì in mantello bianco e nastri verdi, e rendeva lode l'estate. Ma doveva ancora passare tempo prima dell'estate; nuvole nascosero il sole, e venti taglienti soffiarono sul fiorellino.
"Sei giunto troppo in anticipo!" dissero il vento e l'aria. "Noi abbiamo ancora il potere, ti dovrai adattare! Avresti dovuto rimanere chiuso in casa, non correre fuori per farti ammirare, non è ancora tempo".
C'era un freddo pungente! I giorni che vennero non portarono un solo raggio di sole, c'era un freddo tale che ci si poteva spezzare, soprattutto un fiorellino tanto delicato. Ma in lui c'era molta più forza di quanto lui stesso sospettasse, era la forza della gioia e della fede per l'estate che doveva arrivare, che gli era stata annunciata da una profonda nostalgia e confermata dalla calda luce del sole; quindi resistette con la sua speranza, nel suo abito bianco sopra la neve bianca, chinando il capo quando i fiocchi cadevano pesanti e fitti, quando i venti gelidi soffiavano su di lui.
"Ti spezzerai!" gli dicevano. "Appassirai, gelerai! Perché hai voluto uscire? perché non sei rimasto chiuso in casa? Il raggio di sole ti ha ingannato. E adesso ti sta bene, fiorellino che hai voluto bucare la neve!".
"Bucaneve!" ripeté quello nel freddo mattino.
"Bucaneve!" gridarono alcuni bambini che erano arrivati in giardino, "ce n'è uno, così grazioso, così carino, è il primo, l'unico!".
Quelle parole fecero bene al fiore, erano come caldi raggi di sole. Il fiore, preso dalla sua gioia, non si rese neppure conto d'essere stato colto; si ritrovò nella mano di un bambino, venne baciato dalle labbra di un bambino, poi venne portato in una stanza riscaldata, osservato da occhi affettuosi, e messo nell'acqua: era così rinfrescante, così ristoratrice, e il fiore credette improvvisamente di essere entrato nell'estate.
La fanciulla della casa, una ragazza carina che era già stata cresimata, aveva un caro amico che pure lui era stato cresimato e che ora studiava per trovarsi una sistemazione. "Sarà lui il mio fiorellino beffato dall'estate!" esclamò la fanciulla; prese quel fiore sottile e lo mise in un foglio di carta profumato su cui erano scritti dei versi, versi su un fiore che iniziavano con "fiorellino beffato dall'estate" e finivano con "beffato dall'estate".
"Caro amico, beffato dall'estate!". Lei lo aveva beffato d'estate.
Tutto questo venne scritto in versi e spedito come lettera; il fiore era là dentro e faceva proprio scuro intorno a lui, scuro come quando stava nel bulbo. Il fiore viaggiò, finì nel sacco della posta, fu schiacciato, premuto; non era per nulla piacevole, ma finì.
Il viaggio terminò, la lettera fu aperta e letta dal caro amico; lui era molto contento, baciò il fiore che fu messo insieme ai versi in un cassetto, con tante altre belle lettere che però non avevano un fiore; lui era il primo, l'unico, proprio come i raggi del sole lo avevano chiamato: com'era bello pensarlo!
Ebbe la possibilità di pensarlo a lungo, e pensò mentre l'estate finiva, e poi finiva il lungo inverno; e venne ancora l'estate, e allora fu tirato fuori. Ma il giovane non era affatto felice; afferrò i fogli con violenza, gettò via i versi, e il fiore finì sul pavimento, piatto e appassito; non per questo doveva essere gettato sul pavimento! Comunque meglio lì che nel fuoco, dove tutti i versi e le lettere andarono a finire. Che cosa era successo? Quello che succede spesso. Il fiore l'aveva beffato, ma quello era uno scherzo; la ragazza l'aveva beffato, e quello non era uno scherzo; lei si era trovato un altro amico durante l'estate.
Al mattino il sole brillò su quel piccolo bucaneve schiacciato che pareva dipinto sul pavimento. La ragazza che faceva le pulizie lo raccolse e lo infilò in uno dei libri appoggiati sul tavolo, perché credeva fosse caduto da lì mentre lei faceva le pulizie e metteva in ordine. Il fiore si trovò di nuovo tra versi stampati e questi sono più distinti di quelli scritti a mano, per lo meno sono più costosi.
Così passarono gli anni e il libro restò nello scaffale; poi venne preso, aperto e letto; era un bel libro: erano versi e canti del poeta danese Ambrosius Stub, che certo vale la pena di conoscere. L'uomo che leggeva quel libro voltò la pagina. "Oh, c'è un fiore!" esclamò, "un bucaneve! E' stato messo qui di certo con un preciso significato; povero Ambrosius Stub! Anche lui era un fiore beffato, una vittima della poesia. Era arrivato troppo in anticipo per il suo tempo, perciò subì tempeste e venti pungenti, passò da un signore della Fionia all'altro, come un fiore in un vaso d'acqua, come un fiore in una lettera di versi! Fiorellino, beffato dall'estate, zimbello dell'inverno, vittima di scherzi e di giochi, eppure il primo, l'unico poeta danese pieno di gioventù. Ora sei un segnalibro, piccolo bucaneve! Certo non sei stato messo qui per caso!".
Così il bucaneve fu rimesso nel libro e si sentì onorato e felice nel sapere di essere il segnalibro di quel meraviglioso libro di canti e nell'apprendere che chi per primo aveva cantato e scritto di lui, era stato anche lui un bucaneve, beffato dall'estate e vittima dell'inverno. Il fiore capì naturalmente tutto a modo suo, esattamente come pure noi capiamo le cose a modo nostro.

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Edited by Solare35 - 24/3/2009, 17:15
 
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Solare35
view post Posted on 7/1/2009, 19:27




ABC dei Fiori
Calla


Design minimalista, sobria perfezione, eleganza superba. Cos’altro aspettarsi da un fiore che tutti in gergo comune chiamano “bella”? Il suo vero nome è del resto abbastanza impronunciabile. La Zantedeschia

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è una pianta spontanea dell’Africa equatoriale, con fogliame ampio e lussureggiante cresce presso gli specchi d’acqua dove forma piccole isole palustri. Il suo colore per eccellenza è il bianco, anche se esistono calle di colore giallo, rosa e viola, oltre a numerosi ibridi screziati.

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La Calla è una pianta bulbosa perenne con fioritura da aprile sino a tardo autunno. E ideale per aggiungere una nota di delicatezza a balconi, aiuole e giardini, perfetta per illuminare le stanze della propria casa con la sua innata eleganza. Fra le molte qualità della calla vi è innanzitutto una grande versatilità: fiore sobrio e discreto, è adatto soprattutto a contesti moderni e minimalisti, ma rivela una sorprendente capacità di sposarsi anche con gli ambienti più informali, pur mantenendo inalterata la sua naturale allure di eleganza e raffinatezza.
Molti elementi contribuiscono a dare alla calla un aspetto assolutamente unico e inconfondibile. Le piante hanno foglie basali di forma triangolare, cuoriformi o sagittate: larghe 10 centimetri e lunghe il doppio, secondo le specie possono essere di un verde uniforme o punteggiate o striate con verde più chiaro o argento. La parte ornamentale è costituita da un’infiorescenza cilindrica, detta spadice, sulla quale sono presenti numerosi minuscoli fiorellini gialli. L’elemento più caratteristico e attraente è costituito dalla presenza di una <b<spata, cioè una foglia trasformata, con l’aspetto di un unico grande petalo dalla curvatura imbutiforme che può essere variamente colorato secondo le specie.
Nessun colore è, per tradizione, legato alla calla quanto il bianco (nella varietà più alta: Zantedeschia Aethiopica )

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che da sempre contribuisce ad evocare immagini di suggestiva eleganza e discrezione che ben si adattano ad atmosfere soft e ambienti sofisticati.
È recente la tendenza a creare specie ibride, ottenute da incroci con le specie principali a spata gialla (Zantedeschia Elliothiana)

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o rosa Zantedeschia Rehmannii

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che raggiungono altezze minori e sono molto richieste per i fiori recisi. Fra le varietà di ibridi più apprezzate e conosciute vi sono la <b>“Black Eyed Beauty”
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con foglie maculate di bianco e spate color giallo crema e dalla caratteristica macchia nera sul fondo, “Black Magic”,

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con foglie screziate di bianco, spata giallo oro e gola nera, “Pink Persuasion” e “Little Suzy”

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che combinano il bianco originario a screziature rosa di varia intensità.

ORIGINE, NOME, SIGNIFICATO


La calla è un fiore originario delle zone dell’Africa centro-meridionale che cresce spontaneo in varie regioni comprese fra Equatore e Capo di Buona Speranza, dove forma delicate piccole isole in cornici di paludi tropicali. È stata introdotta per la prima volta in Europa nel 1731.
Il nome botanico ufficiale della Zantedeschia (prima dell’800 chiamata Richardia) proviene da un tributo allo scienziato italiano Francesco Zantedeschi, fisico, medico e botanico vissuto tra il 1773 e il 1846. Si tratta però di una denominazione per lo più inutilizzata; per una singolare coincidenza linguistica, il fiore è universalmente noto con il medesimo nome in numerosi idiomi differenti: calla (dal greco kalos, bello), facile da pronunciare e memorizzare.
Nel linguaggio dei fiori la calla significa bellezza e instabilità. In età vittoriana, epoca ispirata alla riservatezza e gelosa delle tradizioni, la “bibbia del linguaggio muto dei fiori” di Miss Corruthers elesse la calla come simbolo della raffinatezza e della nobiltà: il fiore divenne il regalo adatto a suggellare un’amicizia importante o una dichiarazione di stima. I giardinieri del secolo scorso la chiamavano “il fiore della linearità modernista”, poiché con il suo aspetto semplice e composto, incarnava un’idea sobria, diventando il fiore simbolo del periodo Liberty. E oggi, secondo le tendenze che valorizzano le linee pulite, discrete e misurate, la calla è considerata assolutamente trendy. Il galateo suggerisce che i bouquet con calle bianche siano riservati esclusivamente alle spose, ma è corretto farne omaggio anche nel caso di battesimi, comunioni e cerimonie legate alla purificazione.

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Fonte: Centro Internazionale Bulbi da Fiore
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Edited by Solare35 - 24/3/2009, 17:30
 
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