ABC dei Fiori
FIORI D'ARANCIO
L’arancio è una pianta molto generosa: produce abbondanza di frutti, mantiene un bel fogliame verde brillante per tutto l’anno, in primavera si copre di fiori candidi e profumati (noti come zagare o fiori d’arancio), non prevede cure particolari e sopporta il freddo mediamente bene, nonostante sia pianta dai gusti mediterranei. Per questo, non solo è uno degli alberi da frutto più coltivati al mondo, ma è ugualmente facile vederlo in giardini e terrazzi come pianta decorativa; del resto esistono molte varietà d’arancio specificamente pensate con scopi prettamente ornamentali, che hanno dimensioni più contenute e si adattano senza alcun problema alla coltivazione in vaso. Anche se l’arancio si sviluppa facilmente dai semi, essendo un alberello il suo sviluppo è una faccenda lunga. Quindi è consigliabile acquistare la pianta già sviluppata, che andrà collocata nel terreno in primavera inoltrata, facendo attenzione a fornirle il giusto riparo dal vento e dagli sbalzi termici. Non richiede annaffiature abbondanti, preferisce terreni drenati e grassi e ha un periodo brevissimo di riposo vegetativo: è facile quindi godere della presenza concomitante di fiori e frutti, che regala allo sguardo un allegro mix di colore.
Leggenda
La leggenda vuole che nei tempi che furono il re di Spagna ricevette in dono da una principessa, una bellissima pianta di arancio che piacque così tanto al re da non volersene più separare e da negarne perfino un ramoscello ad un ambasciatore che ne aveva chiesto insistentemente.
Desiderando a tutti i costi quel ramoscello, l'ambasciatore ricorse al giardiniere del re, che di nascosto appagò al suo desiderio,
L'ambasciatore riconoscente gli regalò ben 50 monete d'oro che il giardiniere regalò alla figlia come dote consentendole di sposarsi.
Infatti nessuno prima la voleva come moglie a causa della sua povertà.
Il giorno delle nozze la fanciulla adornò i suoi capelli con un ramoscello
di fiori d'arancio poiché proprio a quello doveva la sua felicità.
Significato del fiore
L’arancio ha origini orientali, ma da secoli si trova perfettamente a suo agio anche nel bacino del Mediterraneo. Mentre i frutti sono da sempre considerati augurio di felicità e abbondanza, i fiori d’arancio, sinonimo di candore e purezza, sono i fiori delle spose. Questo connubio botanico-affettivo ha radici mediorientali: furono i Crociati a introdurre in Europa l’uso di ornare gli
abiti delle spose con le zagare, adottando un uso saraceno. A volte un fiore mette tutti d’accordo.
Parlando di fiori d’arancio viene naturale una divagazione dal
“tema fiori” e parlare di quello che per antonomasia viene spontaneo pensare:
IL BOUQUET DELLA SPOSA.
Questo argomento fa subito pensare al giorno più bello della vita: quello del nostro matrimonio.
Al giorno d’oggi alcuni matrimoni non si sono conclusi felicemente ma penso che quel giorno sia indimenticabile per tutti.
Inoltre può darsi che in qualche famiglia si stia avvicinando il matrimonio di una figlia o di un figlio (nel bouquet è coinvolto anche lo sposo) e si può trovare qualche buon consiglio.
IL BOUQUET
Il bouquet rappresenta per tradizione, l’ultimo gradito omaggio che lo sposo offre alla futura sposa la mattina stessa delle nozze, allo scopo di suggellare “ufficialmente” la chiusura del periodo di fidanzamento e di preludere, “finalmente”, l’inizio di una nuova vita insieme.
L’usanza vuole che le sia recapitato a casa direttamente dal fiorista o dal testimone dello sposo o anche volendo, dallo sposo stesso (purché prometta, a scopo puramente scaramantico, di non sbirciare troppo in giro, per non rischiare di vedere anzitempo la sua promessa sposa).
E’ veramente importante, in ogni caso, conoscere in anticipo qualche piccolo dettaglio sul
vestito da sposa in quanto il bouquet deve assolutamente armonizzarsi con l’
abito; è utile, ad esempio, conoscerne
il colore: se totalmente bianco, si potrà scegliere un bouquet candido evitando tuttavia, di mescolare fiori bianco-gialli con fiori bianco-azzurri. Se invece l’abito è in delicato tono pastello, le corolle potranno essere in tinta oppure screziate nelle stesse sfumature, cercando magari, di inserire qualcuna più scura per creare un effetto di maggior volume. Anche per la forma del bouquet, come per lo stile ed il colore dei fiori prescelti, molto dipenderà dal fisico e dal vestito della sposa, ed anzi, a questo proposito, esistono alcune regole che non vanno assolutamente trascurate.
Il bouquet rotondo e compatto:
Composto da piccoli fiori, si abbina molto bene ad un abito corto e informale; è quello considerato “universale” poiché è adatto a tutte le stature e figure.
Il bouquet aperto e voluminoso:
E’ perfetto per un modello di vestito che non superi la caviglia e richiede una sposa oltre che snella anche abbastanza alta, dal momento che questo tipo di mazzo andrebbe tenuto un po’ sotto il livello della vita, qualora coprisse un elemento decorativo dell’abito, potrebbe anche sostituirsi con un solo fiore stretto da nastri, da posarsi sul braccio come, ad esempio, una calla oppure una semplice rosa vellutata.
Il bouquet ricadente:
- Detto anche “a cascata” con fiori a grappolo - è riservato ad un abito con strascico, decisamente “importante” e, dato che attirando l’attenzione verso il basso crea un effetto dimagrante, è indicato soprattutto per una sposa alta e robusta, e quindi sconsigliato ad una sposa piccola di statura potendola offuscare se molto voluminoso.
Il bouquet a fascio:
Composto magari da un mazzo di rose o di tulipani dal gambo lungo, è indicato per i tailleur; va appoggiato al braccio e portato con disinvoltura da una sposa possibilmente slanciata dal piglio sicuro e dal portamento elegante.
Il bouquet senza dubbio va scelto con molta cura ed attenzione essendo il particolare che rifinisce e perfeziona l’effetto finale dell’abito da sposa. E’ lo stesso fiorista incaricato dei vari addobbi a prepararlo naturalmente in armonia con tutta la cerimonia. Perché sia veramente perfetto inoltre, deve possedere delle precise caratteristiche:
- deve poter durare tutto il giorno senza appassire;
- non deve sporcare l’abito o i guanti della sposa;
- deve essere maneggevole adattandosi alle dimensioni delle mani della sposa;
- non deve essere troppo pesante;
- deve avere infine un’impugnatura ben orientata per poterlo tenere in mano comodamente.
La sposa che, inoltre, intenda personalizzare ulteriormente il suo bouquet, potrà chiedere di impreziosirlo con decorazioni (fili di perline, conchigliette, nastri colorati ecc.) che richiamino quelle del vestito tenendo conto, tuttavia, della possibile variazione di prezzo che ne conseguirebbe; a questo proposito per evitare possibili “sorprese” sarà bene concordare con il fiorista alcuni punti come, ad esempio, l’uso di fiori molto freschi che durino quindi molto di più, la lavorazione singola di ogni fiore supportandone possibilmente, gli steli con provette piene di acqua che ne garantiscono la freschezza; l’uso infine dei fiori concordati senza variazione ne di genere ne di numero.
Le origini e le tradizioni legato al bouquet
Nato come simbolo di fecondità e purezza, con il passare del tempo il bouquet, si è progressivamente trasformato in un prezioso ed elegante accessorio di moda, contribuendo oggi, senza alcun dubbio a perfezionare l’intera cerimonia.
In relazione quindi alla sua indiscussa importanza, riteniamo di conveniente, in questa sede, percorrere le tappe principali della sua evoluzione partendo dalle origini sino a giungere ai giorni nostri.
Le primissime notizie sull’argomento risalgono addirittura all’epoca
pre-cristiana quando, consuetudine voleva che la futura sposa, si recasse alla cerimonia con in mano
un ramo di mirto o rosmarino, piante considerate di buon auspicio, simbolo di fecondità e fedeltà.L’usanza di ornare la sposa con i fiori nasce quindi,
nel mondo arabo ove la donna che doveva sposarsi veniva adornata con
i bene auguranti fiori d’arancio.In Italia la tradizione giunse tra
il VII ed il IX secolo d.C. ove le spose, venivano fregiate
con un giglio, emblema di purezza; ben diversamente le cose andavano
nel Medio Evo in quanto, in questo periodo,
le sposine erano costrette a tenere tra le mani, invece dei nobili fiori,
ago e filo quasi a voler simboleggiare
i loro futuri “attrezzi del mestiere”.Fortunatamente però,
verso il ‘400 si affermò una gentile innovazione: si diffuse la tradizione di
adornare il capo delle giovani spose con i fiori d’arancio (per tradizione, i principali protagonisti del bouquet della sposa!) che avevano, in questo caso, lo scopo di palesare la loro purezza interiore… e con il passare del tempo dalla corona si passò ai fiori: non più però solo un ramo di giglio, ma un piccolo mazzolino di
corolle bianche, stretto da un nodo di seta, sino a giungere alle creazioni più classiche o anche più innovative e personalizzate dei giorni nostri.
Chi volesse portare con sé qualcosa di “alternativo” all’ormai classico mazzolino di fiori, può optare, ad esempio,
per una Bibbia, un libro di Preghiere (per le più religiose e devote), oppure
un parasole, un ventaglio, una borsetta (per le più “anticonformiste”).Tradizione vuole infine, che la sposa lanci il suo bouquet, una volta terminata la cerimonia nuziale, indirizzandolo alla sua amica più cara o meglio (e più onestamente!) a tutte le fanciulle in età da marito presenti alla cerimonia affinché, secondo un antico detto, la fortunata che riuscirà ad afferrarlo al volo, si sposerà entro l’anno.
Qualora invece desiderasse conservarlo come souvenir, esistono diverse possibilità: è possibile infatti seccarlo e tenerlo intero, oppure smantellarlo e usarlo per creare un collage di fiori secchi; crearne una copia usando fiori di seta, o ancora piantare in un vaso i germogli di fiori che lo compongono, per far nascere nuove piante facendo si che, in questo modo, il ricordo di questo giorno duri per sempre e il matrimonio … rimanga sempre verde!
Edited by Solare35 - 7/3/2010, 12:10